Valsabbia

Le alghe tornano a invadere le acque del lago

A causare il fenomeno l’immissione di azoto e fosforo; peggiora se vengono estirpate
Sul lago. Le acque soffrono anche per l’incapacità di rigenerarsi
Sul lago. Le acque soffrono anche per l’incapacità di rigenerarsi
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«Che cosa sta succedendo al lago d’Idro?» il grido d’allarme arriva corredato di fotografie da un «residente estivo» dell’area dei Tre Capitelli, a Idro. Il lettore aggiunge che gli scatti eseguiti col telefono non rendono bene l’idea della reale situazione, che si presenta anche in prossimità delle rive e aggiunge: «È un peccato che questo piccolo paradiso, proprio nei 15 giorni di massima affluenza turistica, soffra del problema delle alghe».

Il fenomeno, purtroppo, è ben noto. Soprattutto ad agosto: ad ogni modo quando la stagione si fa più calda, le belle acque dell’Eridio tornano a presentare quelle striature bavose che denunciano senza tema di smentita la sua progressiva eutrofizzazione, cioè la grande presenza di forme di vita vegetali, evidente soprattutto al mattino quando le acque sono più calme. Note sono anche le cause, recentemente studiate con una campagna durata due anni e che ha coinvolto i ricercatori dell’Università di Pavia.

Purtroppo, soprattutto le attività umane, provocano l’immissione nelle acque del lago dei nutrienti per queste alghe, cioè fosforo e azoto, che le fanno proliferare con conseguente produzione di cianobatteri. Si sa anche che provare ad estirpare le alghe meccanicamente, come è stato fatto per decenni, provoca invece una più veloce diffusione delle spore. Il fatto che non tutto il periplo del lago sia stato «collettato» non fa che peggiorare di anno in anno la situazione. Il fenomeno dell’eutrofizzazione delle alghe, sul lago d’Idro, fa il paio con quello definito «meromissi», cioè l’incapacità delle acque di rigenerarsi.

Un problema anche questo conosciuto da tempo. Solo uno strato superficiale di poche decine di metri, infatti, è soggetto a ricambio per scorrimento. Al di sotto di 30/40 metri, fino a profondità che superano anche di molto i 100 metri, l’acqua è più fredda perché non sale mai in superficie, manca l’ossigeno quindi la vita, ed è in pratica un grande serbatoio con grandi quantità di fosforo e di ammoniaca, sembra in diretta relazione col formarsi dei cianobatteri.

 

 

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