Valsabbia

Bione dice addio alla maestra Marianna Vallini

La mamma del nostro direttore Nunzia ha insegnato per quasi 40 anni in Val Sabbia
Marianna Ligato Vallini - Foto © www.giornaledibrescia.it
Marianna Ligato Vallini - Foto © www.giornaledibrescia.it
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È scomparsa all’età di 90 anni Marianna Ligato Vallini, madre del nostro direttore Nunzia Vallini e del nostro collega Ubaldo. A loro e alla sorella Eliana va l’abbraccio affettuoso della redazione e di tutta la famiglia del Giornale di Brescia.

Nell’infinito miserere di questi giorni anche la maestra Marianna ha seguìto l’eco fuggiasca e intermittente dell’ultimo richiamo. Quasi quarant’anni in cattedra, quasi tutti a Bione, non quello d’oggi risonante di «ferrarezze» nuove, ma quello bucolico, delle bestie scacciafame, del fieno rivoltato, dei panni rilavati e ricuciti.

La maestra Marianna era nata a San Lorenzo Calabro, a due passi dallo Jonio, ma, ancora fanciulla, aveva vissuto il cielo dell’Asmara, dove papà Nunzio era emigrato per costruire strade. Dall’Africa alla Romagna, come profuga. Gli studi magistrali, il concorso vinto con la scelta di Capovalle come scuola, al momento confusa con Prevalle. Un errore, un destino: a Capovalle, lassù, tra monti aspri, insegnava anche Gilberto Vallini: perfino naturale il sodalizio di menti e cuori, non meno della ferrea promessa d’una vita insieme.

Poi, i tre figli - Eliana, Ubaldo, Nunzia - da educare nella quieta Bione… Gilberto, poi, proseguirà gli studi e ricoprirà la carica di preside alle scuole medie di Agnosine; sarà sindaco del paese in tre tornate; per decenni sarà assiduo collaboratore del nostro Giornale di Brescia dalla Valsabbia, con i doni speciali della sorridente ironia e della positività della vita.

Al suo fianco la maestra Marianna, dal carattere roccioso, forte d’un’etica rigorosa, prima verso se stessa e poi responsabilmente verso gli altri, tanto da mantenere sempre il controllo dei figli e della famiglia con mano ferma, senza dar a vedere l’immenso amore che stava dietro ogni passo, ogni decisione per ciò che, alla fine, risultava il meglio.

Aveva un volto forte, mamma Marianna, dietro il quale traspariva una dolcezza che andava colta, quasi come il canto d’un’alleluja senza parole. Poi la perdita di Gilberto, la lunga vedovanza dal 1993, nella divenuta silenziosa casa-promontorio sulla valle ormai sua, totalmente sua, nella gioia della conferma che il rigore familiare, anche nell’età dei giorni più brevi, porta esiti e frutti, colti non per sé, ma per chi resta.

A rivederci, sembrano sussurrare generazioni di riconoscenti alunni della maestra Marianna. A rivederci di tante persone ed amicizie, per quanto attonite nell’indecifrabile mistero della fede e le pretese della ragione. A rivederci, dolce maestra Marianna.

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