Valsabbia

Al lago di Bongi lungo la strada delle meraviglie

Sul tragitto sono state ricavate una decina di piazzole, ciascuna con panchine in legno
Nel bosco. Una scultura dell’artista locale Enrico Pilotti
Nel bosco. Una scultura dell’artista locale Enrico Pilotti
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Dall’allargamento della strada ai ripari per la migrazione di rospi, passando per la posa di una decina di panchine in legno. Ed ecco che l’area del laghetto di Bongi, in territorio murense ai confini con la Pertica Alta, diventa più interessante anche dal punto di vista turistico.

La strada è l’intercomunale che collega Mura a Noffo, Navono e Lavino, le frazioni più vicine della Pertica Alta, ma anche alla Valle Trompia attraverso Marmentino. La partecipazione al bando «Valli Prealpine», che ha dato accesso a fondi regionali per ora solo in parte erogati, ha permesso all’amministrazione comunale di Mura di migliorare per spazi e sicurezza il tratto fra il paese e il laghetto.

E già che c’era, il sindaco Nicoletta Flocchini e i suoi, han pensato bene di impegnare le casse comunali per rendere il tragitto di circa 3,5 chilometri ancora più comodo e adatto alle passeggiate, distribuendovi una decina di piazzole ciascuna con una panchina, tutte di legno e realizzate a Capovalle. Un invito a godere della bellezza del territorio, tra l’altro oggetto nel corso degli anni di profonde migliorie forestali, passeggiando all’ombra di grandi alberi fino al laghetto di proprietà di Enel Green, dove da aprile a ottobre apre anche l’omonima trattoria. Lungo quella strada, nel periodo delle migrazioni, grazie a Enel Green e Comunità montana, sono stati allestiti barriere e passaggi obbligati e sicuri per il bufo-bufo, impegnato a vincere l’inesorabile estinzione cui stanno andando incontro un po’ tutti gli anfibi. Ma ci sono anche le numerose e suggestive sculture dell’artista locale Enrico Pilotti. E una volta giunti a Bongi, nessuno impedisce all’escursionista di inoltrarsi lungo un comodo sentiero per raggiungere il sito di archeologia industriale rappresentato dal forno fusorio di Livemmo.

Il tragitto Mura-Bongi è certamente un valido esempio di come si possa con poche risorse per volta, ma ben distribuite nel tempo e nello spazio, valorizzare peculiarità naturalistiche che altrimenti andrebbero perdute, tassello fondamentale per uno sviluppo turistico in Valle Sabbia.

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