Valcamonica

Il sogno di Sara è realtà: nuovi locali alla Casa del Fanciullo

Ampliato lo a Darfo Spazio autismo intitolato alla donna di Angone scomparsa a 45 anni
Nuovi ambienti per i ragazzi autistici - © www.giornaledibrescia.it
Nuovi ambienti per i ragazzi autistici - © www.giornaledibrescia.it
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È bastato un anno per realizzare un sogno: costruito con un buon progetto, alimentato dalla disponibilità di tutti e sostenuto da una maratona di solidarietà come mai si era vista prima d’ora. Il rinnovato e ampliato centro Spazio autismo intitolato a Sara Pedersoli, è realtà: nei giorni scorsi, nell’edificio della Casa del Fanciullo di Darfo, sono stati inaugurati i locali rimessi a nuovo dove, ogni giorno, educatori e psicologi si prendono cura di 35 bambini autistici di età compresa tra i 2 e i 18 anni.

Grazie ad un investimento di circa 200mila euro, finanziato per circa 80mila dalle donazioni raccolte da associazioni e famiglie, è stato realizzato il sogno di Sara Pedersoli, la giovane di Angone di Darfo morta a 45 anni per un male incurabile. Sara, ha lasciato nel dolore i genitori e la sorella Marcella, il marito Ettore Fanti e il piccolo Nicolò che da qualche anno frequenta il centro di via Scura.

«Nella vita è bene ricordare le persone che hanno fatto qualcosa di importante per gli altri», ha sottolineato don Giuseppe Maffi, presidente dell’ente morale Casa del Fanciullo. «Don Filippo Bassi, nel 1950, costruì questa struttura per accogliere i bambini bisognosi e ancora oggi, questo ambiente, continua ad aiutare i più piccoli». Il progetto, curato da Elena Richini, ha portato ad una riorganizzazione completa degli spazi, ampliati e ammodernati con aree dedicate al gioco e allo studio.

«Questo progetto - ha aggiunto la sorella Marcella - ci ha aiutato a dare un senso al grande vuoto che Sara ha lasciato in tutti noi. Per tutti noi è stato un anno difficile, ma abbiamo realizzato il suo desiderio con l’aiuto di tante persone». «Il centro risponde alle esigenze delle famiglie da Pisogne fino a Ponte di Legno», ha sottolineato Angelo Farisoglio, presidente di Sol.Co Camunia. «Abbiamo migliorato il servizio perché, ultimamente, i bambini svolgevano le loro attività in uno spazio insufficiente».

 

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