Cultura

Le esperienze inspiegabili di Ivana Spagna

Sogni premonitori, déjà vu: la cantante ne parla in un libro, «Sarà capitato anche a te», che verrà presentato giovedì in città
Ivana Spagna - Foto Reporter © www.giornaledibrescia.it
Ivana Spagna - Foto Reporter © www.giornaledibrescia.it
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Se dici «Easy Lady», un nome risuona nella testa di chi, negli anni Ottanta, era nel pieno della giovinezza. Ivana Spagna, regina della dance music negli anni Ottanta con quella «Ragazza facile» e altri brani in lingua inglese - su tutti «Call me», che agguantò il secondo posto nella classifica britannica -, che le regalano la notorietà a livello internazionale, prima di virare verso dischi in italiano, con partecipazioni di successo anche al Festival di Sanremo. Ma non sono le sette note, che pure restano protagoniste della sua vita (l’artista svela che le è tornata prepotente la voglia di scrivere canzoni ed entro fine anno potrebbe vedere la luce un nuovo album) lo spunto iniziale della nostra chiacchierata, bensì il suo nuovo libro «Sarà capitato anche a te» (Edizioni Lswr), che presenterà a Brescia, giovedì 25 gennaio alle 17 al Mondadori Bookstore di corso Palestro, 28, intervistata da Maddalena Damini, direttore artistico di Radio Bresciasette e Teletutto. 

 

 

Ivana Spagna inoltre, sempre il giorno 25, sarà ospite del «Magazine» di Maddalena Damini, in onda su Radio Bresciasette e Teletutto dalle 11 alle 12. 

In queste pagine la Spagna mette nero su bianco «quel che accade a tanti di noi ma che con fatica si confessa», episodi a cui non è possibile dare una spiegazione razionale: sogni premonitori o in cui incontriamo i nostri cari defunti che preannunciano cose che accadranno, vivere situazioni che ci pare di aver già vissuto. 

Questo libro - lei ha detto - nasce dal coraggio di raccontare fatti più comuni di quel che si pensa... 
Quel che narro nel libro, cose che mi sono davvero capitate nella quotidianità e in tournée, sono più comuni di quel che si possa immaginare. Per raccontare, ho dovuto affrontare anche le mie paure, perché si sa, parlare di queste cose è sempre difficile. Il rischio che si corre è di essere presi per matti. 

Il libro è dedicato a una bimba, Pamela, che le comparve in sogno anni fa, assieme a sua nonna Gertrude. 
Sognai mia nonna affacciata alla finestra assieme ad una bimba vestita di bianco, con gli occhi azzurri e i capelli neri. Il giorno dopo, nella città in cui dovevo tenere un concerto, incontrai una coppia che aveva perso la figlia piccola per una malattia. Quella bimba si chiamava Pamela ed era una mia fan. Quando mi mostrarono una foto di Pamela, che da allora ho sempre tenuto vicino a me, scoprii che era la bimba del sogno. 

Conosce Brescia? 
Conosco la provincia bresciana, perché ho suonato parecchio nei locali attorno a Brescia. E più di recente ricordo una bellissima serata musicale, cui ho partecipato in centro a Brescia. 

Lei è contenta di come sta andando il libro, il terzo in cui si è cimentata dopo la fiaba «Briciola, storia di un abbandono» e l’autobiografia «Quasi una confessione!»? L’editore mi ha detto che siamo alla terza ristampa e non me lo aspettavo. Aver scritto questo libro, mi ha fatto tornare la voglia di comporre canzoni. Penso che per fine anno potrei avere pronto un nuovo album.

 

 

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