Cultura

Anche gli spagnoli sono innamorati persi di Brescia

DeViajes, il magazine di viaggio di Elle España, ha dedicato uno speciale a città, lago d'Iseo e Franciacorta
Brescia: monastero Santa Giulia museo della citta - © www.giornaledibrescia.it
Brescia: monastero Santa Giulia museo della citta - © www.giornaledibrescia.it
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Anche in Spagna si parla di Brescia. DeViajes, il magazine di viaggio di Elle España, ha dedicato uno speciale a città, lago d'Iseo e Franciacorta, in seguito a un viaggio stampa organizzato nei mesi scorsi da Bresciatourism.

«Architettura romana, negozi d’antiquariato, piazze del Cinquecento, vino di Franciacorta e un lago incantevole. Forse questa parte del Nord Italia non appare in tutti gli itinerari turistici lombardi, ma i motivi non le mancherebbero». Così recita il sommario che anticipa un articolo di diverse pagine corredato da immagini suggestive della città e della provincia.

Nel servizio, firmato da Kris Ubach e Ricardo De la Riva, vengono raccontati i tesori del centro storico – dalla Brescia romana alle principali piazze, passando per il Duomo e il monastero di Santa Giulia, ma anche il lago di Iseo e le terre franciacortine. Un accenno, insolito ma acuto, va alle descrizioni dei negozi d’antiquariato: «A Brescia si viene per vedere arte, ma anche per comprarla», scrivono gli autori dell’articolo. Non manca, naturalmente, la cucina: «Brescia è una meta gastronomica a cui si rivolgono gli stessi italiani per acquistare prodotti di qualità», prosegue il pezzo, citando i pesci dei laghi, la selvaggina, i tartufi, la polenta e i formaggi montani. Da abbinare ai vini della Franciacorta, dove i giornalisti sono stati condotti in un tour delle bollicine da Bresciatourism.

«Uno degli obiettivi che abbiamo perseguito con particolare tenacia negli ultimi tre anni – ha detto la presidente di Bresciatourism Eleonora Rigotti – è l’accrescimento della visibilità del territorio bresciano all’estero. La quota preponderante di arrivi e presenze a Brescia e provincia è infatti internazionale, di conseguenza l’ente ha operato per consolidare i mercati già sviluppati, come quello tedesco, olandese, inglese e belga, e per espandersi in quelli ancora minoritari, come appunto quello spagnolo, oltre che francese, danese e statunitense».

 

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