Un cicorione innamorato

Trovare il proprio spazio nel mondo
Cicoria pan di zucchero © www.giornaledibrescia.it
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Sul finire di settembre, confidando in un’eterna estate, misi a dimora nel mio orto venti piantine di cicorione pan di zucchero. Come sempre accade, il mio ottimismo si scontrò con l’arrivo del freddo e il cicorione di crescere non ne volle sapere, fermo immobile sotto il gelo del generale inverno. Avevo ormai perso le speranze. Lo ripianterò in primavera, pensai.

Nei giorni scorsi la piacevole sorpresa. Ritemprate dalla dolce calura, le piantine di cicorione hanno ripreso a crescere. Per ora piccole, ma già di una promettente tonicità. Ho profonda stima del cicorione pan di zucchero. Non gode della notorietà, per dire, della lattuga o della scarola, per non citare l’insopportabile rucola. Saporito senza fronzoli, croccante da crudo, consistente anche da cotto, il cicorione è un generoso che lascia prima emergere gli altri, ma poi si conquista il suo spazio, è un maratoneta dell’orto.

D’estate andavo spesso al mare con i miei compagni di scuola. Le grandi divertite in piscina, le partite a beach volley e poi dopo il tramonto tutti in spiaggia a suonare la chitarra attorno al falò. Io e il mio amico Vittorio sempre a guardare o in sala giochi a sfidarci a Street Fighter. Una sera, esausti dalla competizione, siamo tornati in albergo passando dalla spiaggia. Sulle sdraio giovani impegnati a non guardare le stelle. Loro dovrebbero ringraziarci, mi dice Vittorio, se noi fossimo come loro, loro non primeggerebbero.

Caspita, gli dico, che fine analisi antropologica, e la conclusione? E lui lapidario: che io sono qui con te. Due cicorioni della vita.

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