Un'attesa di futuro che è già nostalgia

I piccoli segnali che scandiscono il trascorrere del tempo
Tempo che scorre - © www.giornaledibrescia.it
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Ho cerchiato in rosso il 23 gennaio, è iniziata l’attesa dell’estate: quel giorno infatti ho visto sui social la prima fotografia che rimanda alla bella stagione. Una mia amica ha postato la sua foto in bikini al grido di, appunto, estate tornerai. Una facile profezia certo, ma comunque un bel segnale. Gennaio rischia di essere un mese un po’ triste, il Natale è stato archiviato, i soldi per fare shopping sono ampiamente finiti, e allora non resta che guardare avanti. Sognare la sabbia sotto i piedi. E poi (fondamentale) condividere foto. Del resto le vacanze non sono ormai altro che un lungo set fotografico. C’è gente che le prolunga perché non c’è un solo scatto che sia degno di generare invidia. Una settimana sulla spiaggia della Sardegna dura tutto l’anno.

A gennaio parte l’attesa (Giacomo Leopardi con il Sabato del villaggio aveva già capito tutto), una foto via l’altra dell’anno prima, il tempo di partire e tornare, e fino a dicembre ecco la nostalgia della pelle arrostita sotto il sole. Giusto il tempo di festeggiare Capodanno e si ricomincia. Foto dopo foto. Per cinque anni io e Vittorio siamo stati compagni di banco. Finito l’esame di maturità ci siamo seduti sui gradini della scuola a guardare il futuro. Io fuori luogo in giacca e cravatta, lui altrettanto con una felpa con una gigantesca scritta El Charro sormontata da una rosa ricamata. Felpa piena di briciole cadute dal panino alla mortadella che stava divorando. Certo che in tutti questi anni, gli dico io, non ci siamo mai fatti una foto insieme. E lui, senza smettere di masticare: così non ci saranno prove di come eravamo.

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