Un'anatra sul kayak

Non è mai troppo tardi quando si crede davvero in ciò che si fa: l'insegnamento arriva dal cicorione pan di zucchero
Sul lago col kayak (archivio) - Foto © www.giornaledibrescia.it
Sul lago col kayak (archivio) - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Il cicorione pan di zucchero è arrivato ad agosto quest'anno. Le zucchine hanno occupato più spazio del previsto e così ho dovuto fare delle scelte: prima il sedano e poi il cicorione. È troppo tardi, mi hanno detto i profeti di sventura. Ma io sono rimasto ottimista. Ne ho messe a dimora una trentina di piantine, dopo quindici giorni è già tempo di raccogliere soddisfazioni, per ora solo visive. È un grande insegnamento quello del cicorione, non è mai troppo tardi quando si crede davvero in ciò che si fa.

È stato pensando a lui che ho accettato l’invito ferragostano di un amico: una gita in kayak. Ho raccolto la sfida. La piacevole giornata senza un filo di vento è stata la cornice ideale. Pagaiavo e chiacchieravo. Pagaiavo e sorridevo. Ho superato un gruppo di anatre. Pagaiavo. E ancora pagaiavo. Mi sono passate accanto due ragazze ventenni, sui loro visi la stessa serenità di quando vanno dall’estetista a fare la manicure. Io pagaiavo. E ancora pagaiavo. Ho ripensato al cicorione e ho iniziato a odiarlo. Pagaiavo. E ancora pagaiavo. Dopo due orette il ritorno ha preso corpo. Il mio amico era già in spiaggia ad attendermi. Lo vedevo in lontananza. Non lo sentivo, ma leggevo il suo labiale, «hai un fisico eccellente, dai che manca un ultimo sforzo», «mi hai dato l’ennesima lezione di vita, sei un grande».

E così, mentre le mie braccia rimpiangevano i pomeriggi ferragostani a giocare a briscola, io pagaiavo. Finalmente ecco la meta, mi sono sentito come Neil Armstrong sulla Luna. Stavolta un piccolo passo per l’umanità, ma un grandissimo passo per l’uomo. Fin troppo grande, visti i dolori del giorno dopo.

 

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