Se lo stambecco sbaglia sentiero

Imprevisti che aprono ampie e (inattese) riflessioni
La Via Valeriana - Foto Brunoni © www.giornaledibrescia.it
La Via Valeriana - Foto Brunoni © www.giornaledibrescia.it
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Dopo una strana estate avara di piacevoli sgambettate mi ero rassegnato ad andare in letargo. E invece il primo scorcio di autunno ha tentato di regalarmi una piacevole sorpresa. Vorrei sottolineare ha tentato, perché come purtroppo capita nella vita ci si affida erroneamente a persone care che millantano competenze che poi vengono smentite dai fatti. In una ancora calda domenica mattina mi sono quindi fatto tentare dall’amena passeggiata lungo la Via Valeriana.

Essendo io uomo novecentesco che vive però pienamente il suo tempo, la sera precedente mi sono documentato su internet. Deliziose immagini di un sentierino a bordo lago mi hanno predisposto l’animo verso una ritemprante camminata. Con l’infausta compagnia ci incamminiamo da Pilzone verso quello che la mia ormai ex amica definiva con certezza il sentiero corretto: ci sono già stata, la sua considerazione cementificatrice di essere nel giusto. Fin da subito il percorso si presenta stranamente sassoso, non solo: arrampica in maniera significativa. Il mio animo non si è certo fatto spaventare, ma dopo circa un’ora i dubbi hanno iniziato a insinuarsi. Dubbi diventati certezze di fronte allo sguardo sconsolato di un esperto incontrato lungo i nostri infausti passi: quella non era la Valeriana.

Si impongono alcune riflessioni. La prima, sbagliare strada è più facile che incamminarsi lungo edificanti camminamenti. La seconda, se parti con persone più giovani di te rischi di fare la figura dello stambecco pronto (nella migliore delle ipotesi) alla pensione.

 

 

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