Il prosciutto di cocomero

L’inaspettata evoluzione alimentare
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Gli Stati Uniti offrono sempre spunti interessanti per capire dove disgraziatamente stiamo andando. Oltreoceano nascono le mode che poi inesorabilmente ci flagellano. È quindi meglio sapere per farci trovare pronti.

Will Horowitz, chef di un rinomato ristorante di New York (la città che non dorme mai, ditelo se volete fare bella figura da cosmopoliti a un apericena) ha creato il prosciutto di cocomero. Un nuovo cibo, manco a dirlo, diventato subito di tendenza. L’idea, ha spiegato lo chef, è nata per proporre «un’alternativa succulenta veg al classico prosciutto, da far venire l’appetito solo a guardarla». Caspita


Ma cos’è in pratica? Lo smoked watermelon ham (sempre se volete fare bella figura) è una fetta di anguria affumicata. Un procedimento di ben cinque giorni al termine del quale il cocomero assomiglia a un brasato, quando viene affettato l’interno rivela una polpa rossa e succosa. Che meraviglia. Ha spiegato Horowitz: «Sa di affumicato, è saporito, caldo e leggermente speziato, ma il bello è che resta comunque un’anguria». Avete capito il bello? Resta comunque un’anguria. Altro bello: il prosciutto di cocomero viene venduto a 75 dollari a fetta.

Follia per follia, il successo è stato immediato: per prenotare l’attesa è di mesi. Nascono spontanee alcune riflessioni. La prima: tutte le melonere hanno chiuso perché non avevano capito dove stava il business. La seconda: un tempo le angurie costavano 50 lire al chilo, ora 75 dollari a fetta. Ma soprattutto, la terza: nel prosciutto di cocomero i semi ci sono oppure no?  

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