Brodo di magro per la gallina

È l’evoluzione del terzo millennio: un’evoluzione dove il pollo è sempre più l’essere umano
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Da piccolo il mio sogno era diventare un ballerino di danza classica. Mi affascinavano le grandi tournée nel mondo, il pubblico che ti applaude ammirato. Da allora sono passati alcuni decenni, strada facendo ho cambiato idea sulle mie aspirazioni, oggi mi piacerebbe molto allevare galline. Del resto, come diceva quello, la vita è come la scaletta di un pollaio: corta e piena di quello che tutti sappiamo. Siamo quindi tutti potenzialmente già pronti.

Vorrei accogliere le galline in una zona appositamente attrezzata del mio orto, per ora devo scontare l’opposizione di mia nonna (titolare dell’appezzamento, io sono soltanto un umile lavoratore): insinua che poi toccherebbe solo a lei accudire le pennute, soprattutto occuparsi della loro toilette. Fortuna che io sono un signore e vado oltre queste accuse, che mi feriscono ma non mi abbattono.

Peraltro ho scoperto che i grandi manager della Silicon Valley condividono la mia passione, la moda del momento è avere galline in giardino. Ovviamente con tutti gli eccessi tipicamente americani. Se vi invitasse a casa Johan Land, quello che lavora al progetto delle auto senza conducente, vi ritrovereste in salotto con una bella chioccia che se ne gira con il pannolone per non sporcare i preziosi tappeti.

Nella zona notte trovereste un finto pollaio dove la pennuta si può rilassare. In cucina potreste incontrare il suo chef personale, quello che le prepara salmoni grigliati, carni pregiate, lattughe fresche e cocomeri biologici. È l’evoluzione del terzo millennio. Un’evoluzione dove il pollo è sempre più l’essere umano.  

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