Bassa

San Paolo, nel paese della bassa brasiliana la poesia è ambulante

Poesie dall'altoparlante: così Giancarlo Cinini supporta i compaesani di San Paolo
San Paolo, nel paese della bassa brasiliana la poesia è ambulante
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«Buonasera a tutti, questa è la poesia ambulante di radio Sampa, un progetto dei volontari del Comune. In questi giorni abbiamo pensato di leggere insieme una poesia. Quella di questa sera è di Mario Benedetti, un poeta friulano che viveva dalle nostre parti. Si chiama Ricordi e la dedichiamo al nostro amico Febo che ce l’ha chiesta...».

Un cane abbaia, nel vuoto della campagna, il cielo vira al rosa arancio, due persone sono sul balcone, l’auto è parcheggiata a bordo strada, il baule spalancato e dall’altoparlante si diffonde il suono della voce di Giancarlo Cinini. Ha 28 anni e, prima che tutto si fermasse, insegnava fisicamente (ora on line) al Marzoli di Palazzolo. Adesso è l’ambulante delle poesie di San Paolo, il suo paese della «bassa brasiliana» come dice il profilo Instagram del progetto.

A San Paolo è tornato quando le scuole sono state chiuse e da circa un mese, ogni due giorni, nel tardo pomeriggio, si si muove in auto per le vie deserte, tra case e cascine.

La formazione vuole al volante la sorella Elisa, 25 anni, e, dietro, in bicicletta l’amico Davide, 27enne barbiere che si occupa dei video. «È una situazione surreale dentro ad una situazione altrettanto surreale. Quando è iniziato questo periodo vedevo fiorire iniziative on line di artisti, cantanti, maestri. Ma era qualcosa che devi andare a cercare e che rischia di tagliere fuori chi per età o abitudini non si connette. Ho pensato ad un percorso inverso: perché non riempire le strade vuote. Passa l’arrotino, il frutarol, perché non andare a portare alla gente un po’ di cultura?».

Con l’appoggio della sindaca e avvisati gli agenti della Locale, nel rispetto di tutte le norme di sicurezza, Giancarlo ha iniziato i suoi giri. «All’inizio facevamo tutto il paese, ma col passare dei giorni abbiamo pensato fosse meglio scegliere di volta in volta una zona, un gruppo di vie o un quartiere per essere più capillari e raggiungere tutti. Portiamo fuori questi ritagli di carta e via».

La reazione dei compaesani è arrivata dopo poco. «All’inzio sembrava non ci fosse nessuno, poi le persone hanno iniziato ad affacciarsi, a mettersi sui balconi, in giardino. Arriva qualche applauso, la richiesta di bis o messaggi di chi si è commosso. È il nostro modo, diverso, di raccontare e di stare nell'epidemia, visto che si parla soltanto di numeri e di statistiche».

L’idea si diffonde con il passa parola e a Radio Sampa vengono spediti file audio di amici che leggono la propria poesia del cuore. «Adesso sì, le voci si alternano, c’è molta partecipazione, le proposte arrivano anche da fuori paese. All’inizio sceglievamo poesie che avessero in qualche modo un’attinenza al periodo, ora invece non conta più, basta il gesto, l’atto in sé». 

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