Un orto sul balcone per essere completi

Nella nostra rubrica Al femminile oggi l'importanza di tornare alle origini, anche attraverso la cura di un fazzoletto di terra
Una selezione di erbe aromatiche - Foto da Pinterest
Una selezione di erbe aromatiche - Foto da Pinterest
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Nella follia consapevole di essere il primo artefice della distruzione del pianeta l’Uomo è previdente, ha costruito delle «Banche dei semi» per preservare la biodiversità e proteggere la vulnerabilità delle varie sementi immagazzinate per la nuova semina.

Contestualmente sta crescendo un diffuso bisogno di naturalità che si manifesta nel positivo ritorno alla «Madre terra». Sono soprattutto le donne che stanno compiendo questa inversione di tendenza, spinte forse dalla forza generatrice che si portano dentro. Esse sentono più prepotentemente la necessità di un ritorno all’origine, mediante la salvaguardia di pratiche agricole tradizionali che ormai stanno scomparendo.

Lo stanno realizzando alle pendici del castello di Brescia le donne che lavorano nell’orto di «Materiainerte», un giardino aromatico di erbe officinali definito «paradeisos», nato da un’idea di Arte relazionale di Patrizia Fratus. Anche Mara da quando accudisce quotidianamente i suoi anziani genitori ha riscoperto la passione per la terra scritta nel suo DNA. Ha chiesto al suo vicino di poter coltivare un pezzetto di terra incolto e adesso si sente felice piantando pomodorini e innaffiando tenere foglie di lattuga. Bisogna imparare di nuovo a ripercorrere i gesti compiuti dai nostri antenati che abbiamo abbandonato per ottenere le sicurezze economiche date da un posto fisso.

È indispensabile tornare a piegare le ginocchia e curvare la schiena, smuovere la terra con le mani per sentirne l’aroma, sporcarsi i pantaloni di erba e recuperare i delicati equilibri che l’uomo ha rotto, ritenendo di essere il fruitore privilegiato dei doni della natura. Questi temi non sono nuovi, già nel 2009 sono stati portati all’attenzione del pubblico attraverso il documentario «Terra Madre», diretto da Ermanno Olmi e sceneggiato dal bresciano Mario Piavoli, dove gli attori hanno interpretato se stessi nei rituali contadini compiuti lungo il ciclo delle stagioni.

La recente scomparsa di Olmi lascia un vuoto culturale incolmabile. Di lui resta il testamento morale e la sollecitazione verso una responsabilità condivisa sull’utilizzo sostenibile delle risorse destinate alle future generazioni. Si può ampliare il suo concetto seguendo il consiglio di Marco Tullio Cicerone che scrisse queste sagge parole: «Se accanto alla biblioteca avrai l’orto, nulla ti manca».

Infatti, il basilico e la salvia crescono benissimo anche nei vasi, quindi si possono facilmente costruire piccoli orti sui balconi delle nostre case di città. In fondo basta così poco per essere completi!

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