Il futuro ha ancora un cuore antico

Il mitico serpente che si morde la coda, crea un cerchio senza inizio né fine. Esso rappresenta lo specchio della società contemporanea
La Storia si ripete e ha la forma dell’uroboro - Foto © www.giornaledibrescia.it
La Storia si ripete e ha la forma dell’uroboro - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Dai testi antichi sappiamo che i saggi babilonesi e i sacerdoti egiziani, così come alcuni filosofi greci e romani si lamentavano del decadimento morale della società. I giovani erano accusati di esserne la causa, in quanto non osservavano più le sacre tradizioni e non seguivano gli insegnamenti dati dagli anziani.

La Storia si ripete e ha la forma dell’uroboro, il mitico serpente che si morde la coda e crea un cerchio senza inizio né fine. Esso rappresenta lo specchio della società contemporanea, dove le regole di convivenza civile avendo perso «spina dorsale», hanno fornito a tanti giovani il pretesto per sottrarsi alle loro responsabilità.

Riportando indietro l’orologio temporale, un addebito di colpa potrebbe essere attribuito anche alle seguitissime teorie del dottor Benjamin Spock, il quale dopo aver venduto 40 milioni di copie dei «dieci comandamenti» su come educare il bambino, dovette ammettere il fallimento del suo metodo che proponeva un’educazione globalmente troppo permissiva.

È pur vero che se i figli potessero nascere corredati da un libretto di istruzioni, si renderebbe necessario un attestato di idoneità per l’esercizio delle responsabilità genitoriali. Se molti genitori seguendo modelli più confortevoli hanno privilegiato il «dare tutto e subito» sotto forma di beni materiali, piuttosto che «l’essere» in termini di presenza fisica ed educativa, i figli sembrano cercare «più ricreazione che relazione».

Per questo molti esperti, tra cui il sociologo Paolo Crepet, riportando la centralità sulla famiglia, consigliano di rispolverare regole già sperimentate anche nel tentativo di ricucire il divario valoriale che si è creato con le precedenti generazioni.

L’attuale tendenza volta al recupero di ruoli genitoriali tradizionali, restituisce all’educazione sociale e sentimentale la sua funzione di architrave nelle relazioni umane. Ogni mamma e papà intimamente spera di essere un «genitore quasi perfetto» e cerca di trovare le coordinate del punto di incontro con i figli.

La scuola della vita ci rende tutti maestri-tessitori di trame familiari imperfette, mentre l’inevitabile scollamento che si evidenzia fra ogni generazione, continua ad esprimere un presente impegnato a distruggere il passato per potersi affermare. La Storia testimonia che l’Uomo non ha mai fatto tesoro delle esperienze e, nella sua naturale licenza di sbagliare, riscopre solo dopo l’errore le preziose istruzioni per l’uso. Carlo Levi scriveva che «il futuro ha un cuore antico», in esso forse è riposta la nostra speranza di salvezza.

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