Dobbiamo prepararci a fare i gamberi

È evidente che quando la preoccupazione aumenta e le prospettive si affievoliscono gli oggetti griffati perdono attrattiva
Ron e Harry mangiano le tuttigusti +1 sul treno per Hogwarts
Ron e Harry mangiano le tuttigusti +1 sul treno per Hogwarts
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Diciamocelo, questo 2020 ha un sapore disgustoso, come una delle gelatine assortite tuttigusti +1 del mago-confettiere Bertie Bott nella saga di Harry Potter. Mi viene voglia di aggiungere il punto separatore, dividere le migliaia dalle centinaia e dargli un taglio definitivo.

Lo pensa anche Marika, che lavora a Milano in zona Brera e mi invia fotografie di strade vuote, di bar e negozi che hanno le serrande abbassate, già alle sette di sera. L’onda lunga del Covid segna l’umore della gente e sembra avere distrutto psicologicamente l’intera città. Viste al mattino piazza Duomo e le Maison del lusso, orfane dei ricchi turisti stranieri, appaiono meno superbe ma continuano a brillare per inerzia. Immagini più desolanti arrivano da Beirut, dalle Mauritius e dal mondo afflitto, facendo abbassare il bioritmo fino allo sprofondo.

Anche in America il virus ha sovvertito l’ordine delle priorità evidenziando il sedimento di antichi contrasti sociali. Nella Grande Mela, con migliaia di nuovi disoccupati, la criminalità è in crescita. Sono i ristoranti che vengono presi di mira. Derubati delle scorte alimentari, i gestori per difendersi sprangano porte e finestre con assi di legno. Temendo il tornado della povertà anche un negozio di Vuitton ha sbarrato le vetrine con grandi pannelli sui quali, con una bomboletta di vernice nera, qualcuno ha lasciato un commento lapidario: «ci serve il cibo, non le vostre borse». Una risposta decisiva come la palla del match point, ma qui è la fame a battere sette a zero il superfluo.

Forse hanno avuto lo stesso pensiero le persone in difficoltà di Palermo e Torino, fermate dopo aver riempito le borse della spesa senza passare alla cassa. È evidente che quando la preoccupazione aumenta e le prospettive si affievoliscono gli oggetti griffati perdono attrattiva. Sulla scala dei bisogni i valori cambiano, ciò che è superfluo viene in fretta declassato. I «pazzi» che chiedevano un ritorno a consumi sostenibili avevano ragione, adesso quasi tutti dovremo imparare nuotare all’indietro come i gamberi.

La crisi globale non sarà democratica, conserverà i beni voluttuari solo per chi potrà permettermeli. È inutile piangere, ciò che è stato non può essere cambiato. Tuttavia la Storia si ripete, presto riproveremo a scartare altre gelatine tuttigusti +1, sperando non ci accada come ad Albus Silente di trovarne una assolutamente disgustosa. Chissà, forse pescheremo ancora quella più gradita al nostro palato.

 

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