Città e provincia, a volte

Se guardiamo alla situazione politica appare la bontà delle intuizioni e delle categorie di un celebre scienziato Stein Rokkan
Stein Rokkan - © www.giornaledibrescia.it
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A volte ritornano, verrebbe da dire. Se guardiamo alla situazione politica italiana ed europea di questi nostri ultimissimi anni, appare in tutta chiarezza la bontà delle intuizioni e delle categorie di un celebre scienziato politico norvegese, Stein Rokkan. Che, con l’americano Seymour Martin Lipset, elaborò la teoria dei «cleavages», vale a dire le fratture sociali (e gli ambiti di tensione e conflitto) sui quali si sono costruiti i movimenti e, poi, i partiti politici della modernità.

Tra di esse i politologi collocavano la frattura città/campagna e quella centro/periferia. Da cui scaturirono i partiti urbani e dell’economia industriale (tanto i liberali che i socialisti) contrapposti a quelli rurali e dell’economia agraria, con i primi che si collocavano allora dalla parte vincente della storia.

Oggi, i partiti populisti - i quali rivendicano valori tradizionalisti e si presentano come «sindacati» delle zone distanti dalle città e dei «dimenticati dalla globalizzazione» - possono essere considerati come gli eredi postmoderni delle formazioni politiche che sorsero per rappresentare gli interessi delle campagne e delle periferie. Ritornano, insomma, riveduti e aggiornati quei «cleavages» studiati per un’altra epoca storica. E lo vediamo, infatti, anche a Brescia nella netta «spaccatura» di scelte di voto e di comportamento elettorale - corrispondenti a una visione del mondo e a una forma mentis - tra la città e la sua provincia.

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