Tra il Ratto e il Peso una storia di comunità

Una serata dedicata al dialetto a Collebeato ha consentito di scoprire le radici di parole usate per indicare alcuni luoghi
L'area dei Campiani vista dall'alto - Foto © www.giornaledibrescia.it
L'area dei Campiani vista dall'alto - Foto © www.giornaledibrescia.it
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L’anfiteatro dei Campiani si apre a Oriente come un abbraccio. Il suo vertice meridionale è quello che oggi le cartine indicano come Monte Ratto, il vertice settentrionale è - all’anagrafe ufficiale italiana - il Monte Peso. Fra Campiani e Mella scorre la storia millenaria di Collebeato.

Ho avuto la fortuna di essere, pochi giorni fa, ad una serata affettuosamente dedicata al dialetto e promossa dalla Pro Loco del paese nel cinquecentesco Palazzo Martinengo. Tra le curiosità emerse dalla memoria anche una cartina del territorio con l’indicazione degli storici nomi dialettali dei luoghi. Indicati via via come el löc (il cortile di una famiglia, dal latino locus che sta per residenza o possedimento), el ciós (l’orto/giardino cintato, l’hortus conclusus dei monasteri medievali), la bréda (ovvero il terreno aperto, come nella radice longobarda braida). E ancora el bröl (il brolo, che con termine celtico indica il terreno vicino casa) o el caròbe (il carrobio, cioè il quadrivium romano, lo slargo dove quattro strade si incrociano). Insomma: una continuità linguistica lunga a volte duemila anni. Proprio questa continuità linguistica intende ricostruire Fondazione Civiltà Bresciana con il progetto di Atlante toponomastico della provincia in lavorazione nei prossimi mesi. 

A proposito di toponomastica: il Monte Ratto non c’entra nulla coi topi. Ratto - ci ricorda lo Gnaga - è la trascrizione italianizzante dell’aggettivo rat che significa erto. E Peso - esattamente come Pezzo in Alta Valcamonica - deve il suo nome al pés, il peccio, l’abete rosso. Che evidentemente amava l’abbraccio dell’anfiteatro dei Campiani.

 

 

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