L'anagrafe dei hcötöm racconta Lömedhane

Quando nome e cognome non bastano
La copertina del libro «Lömedhane e i hò hcötöm»
La copertina del libro «Lömedhane e i hò hcötöm»
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Si fa presto a dire Ghidini. A Lumezzane per capire di quale clan-famiglia stiamo parlando tra chi porta uno dei cognomi più diffusi in paese, oppure quale specifico Ghidini stiamo indicando, al nome e al cognome dovremo almeno aggiungere uno hcötöm, un soprannome tipo Ghidini Bóhc o Ghidini Molète.

Ecco, per i Ghidini di Lumezzane di hcötöm se ne registrano 101 (centouno!). Record a parte, nella Valgobbia d’antan il fenomeno coinvolgeva tutti i cognomi storici: per i Bossini 48 soprannomi, per i Bugatti 39, per i Gnutti 45, per i Pasotti 29, per i Saleri 62...

Più che un’anagrafe, è un atlante umano quello disegnato da «Lömedhane e i hò hcötöm» scritto da Egidio Bonomi (storico collega del GdB) ed Enzo Saleri (storico ricercatore di cose lumezzanesi) e pubblicato quest’estate da Massetti Rodella Editori. Ci sono soprannomi che raccontano di caratteristiche fisiche, di origini, di mestieri, di tic, di difetti o abilità. Ci sono i legami con le contrade valgobbine, ci sono le foto storiche di molti nuclei familiari.

Affibbiare un soprannome a qualcuno - attività assolutamente diffusa in tutto il Bresciano, con la sola differenza che altrove in provincia lo scötöm non è... aspirato - era non solo scelta di chiarezza anagrafica, ma spesso capacità di sorridere sui limiti dell’essere umano.

L’esercizio a dire il vero è scomparso dalle nostre contrade da almeno mezzo secolo, così come scomparsa di fatto è la autosufficienza delle nostre comunità. Bene allora l’impegno a fissare una memoria altrimenti destinata a sbiadire. A proposito: Egidio è della genìa dei Margnuche, Enzo dei Barlì.

 

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