Storie

A spasso nel «lönare» assieme a tóne barbèl

Torna l’almanacco bresciano di Giovanni Cherubini
Lönare Bressà 2019
Lönare Bressà 2019
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Cominciamo - per una volta - dal fondo: sull’ultima pagina, in caratteri rossi sul giallo polenta della copertina, campeggia il proverbio «Anche ’n bastù stórt el pöl fàt caminà drìt» (anche un bastone storto ti può aiutare a camminare dritto). Di simili «bastoni di saggezza» la parlata dialettale bresciana ne dissemina mille e mille lungo i suoi tanti sentieri interrotti: nodosi «randèi», appuntiti «caécc», lunghe «pèrteghe», sinuose «stròpe» e fastidiosi «sfersèi». E davvero molte sono le stampelle a cui il lettore si può appoggiare nelle 194 pagine del «Lönare Bressà 2019», fatica del vulcanico Giovanni Cherubini che quest’anno torna in vendita nelle edicole per la tredicesima volta. Il volumetto è una vera miniera di curiosità, tante e tante che magari corrono il rischio di apparire a volte un po’ affastellate. Ma di perle ce n’è.

A partire da «Le stórie de Tóne Barbèl» ripescate fra gli scritti di quel don Pietro Rigosa da Collebeato (1989-1968) che nel 1918 assieme a Gian Battista Montini e Andrea Trebeschi fondò il periodico «La Fionda».

Testi scritti - come aveva avuto occasione di sottolineare lo scomparso don Antonio Fappani - «in un dialetto esemplare». E poi ancora: rime «in salsa» Canossi, proverbi («Porsèi nècc i vé mai gràs»), tradizioni culinarie («Polenta e osèi») e abitudini culturali (i lugubri «baièti», latrati lamentosi che arrivavano dal bosco a inquietare le notti d’estate in alcune località della Valle Sabbia e Valle del Caffaro). Insomma: per chi vuole camminare di bastoni ce n’è...

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