Ìghen gnà ü en gaiòfa (la storia nelle tasche)

Un linguaggio porta sempre con sé i segni della propria storia: quante contaminazioni negli abiti tradizionali
Due pastori con mantello - Immagine tratta dal volume «Il gaì delle valli bergamasche e della Valle Camonica» di Giacomo Goldaniga (Valgrigna Edizioni)
Due pastori con mantello - Immagine tratta dal volume «Il gaì delle valli bergamasche e della Valle Camonica» di Giacomo Goldaniga (Valgrigna Edizioni)

Un linguaggio porta sempre con sé i segni della propria storia. Così è anche per la parlata bresciana, che racconta di una terra spesso povera di mezzi ma sempre ricca di contaminazioni. Tanto che persino termini che indicano l’abbigliamento più tradizionale ci parlano in realtà di contributi che ci arrivano da regioni le più diverse del mondo antico. Succede, ad esempio, coi termini che indicano le tasche. I nostri nonni le chiamavano - tra l’altro - scarsèle («Sta’ mìa lé con le mà en scarsèla

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