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Wuhan, tre minuti di silenzio e il timore di nuovi contagi

L'avamposto del coronavirus ricorda i suoi martiri e apre alla normalità: dall'8 aprile possibili gli spostamenti. Ma si teme il rimbalzo
  • Wuhan, tre minuti di silenzio per i martiri del Covid-19
    Wuhan, tre minuti di silenzio per i martiri del Covid-19
  • Wuhan, tre minuti di silenzio per i martiri del Covid-19
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    Wuhan, tre minuti di silenzio per i martiri del Covid-19
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Il ritorno alla normalità è sì più vicino, ma per Wuhan non è tempo di abbassare la guardia: per la prima volta dal 23 gennaio, agli 11 milioni di abitanti sarà permesso dall'8 aprile di viaggiare e di lasciare la città, dopo il primo via libera della scorsa settimana ai flussi in arrivo.

I residenti dell'epicentro della pandemia del Covid-19 sono però stati avvisati sulla necessità di rafforzare «le misure di auto-tutela», restando a casa ed evitando di uscire se non per necessità al fine di scongiurare la ripresa dei contagi. In un comunicato postato sul sito della città, il segretario del Partito comunista locale Wang Zhonglin ha ammonito che «il rischio di rimbalzo della pandemia resta alto a causa di fattori interni ed esterni»: ragioni più che sufficienti per «mantenere le misure di prevenzione e controllo». Pur se sono stati azzerati i nuovi contagi insomma, Wang ha esortato i compound residenziali a restare vigili sul rispetto delle misure contro il coronavirus.

L'allerta arriva mentre la Cina si prepara a onorare i primi «14 martiri» caduti in prima linea nell'Hubei durante la guerra contro il Covid-19. Si tratta di medici, infermieri e poliziotti, tra cui figura Li Wenliang, l'oculista di 34 anni scomparso il 7 febbraio dopo aver contratto il virus, e tra i primi a intuire un collegamento tra le polmoniti anomale di Wuhan e la Sars del 2003. Invece di essere ascoltato, fu redarguito dalla polizia locale per «diffusione di false informazioni su internet», finendo poi per ottenere un'amara riabilitazione postuma sulla spinta di un'indignazione rimbalzata veloce su internet.

Nel Paese un silenzio di tre minuti è stato osservato alle 10 locali (le 4 in Italia). La Cina sembra aver messo sotto controllo la pandemia in due mesi grazie alle misure draconiane adottate, bloccando l'intero Paese, tra produzione e spostamenti. Eppure la leadership comunista resta molto prudente e timorosa di una seconda ondata tra contagi di ritorno e asintomatici, diventati con i dati di giovedì rispettivamente 870 e quasi 1.100, ha comunicato la Commissione sanitaria nazionale. Solo a Wuhan sono stati trovati 51 nuovi asintomatici, mentre le persone sotto osservazione sono 705: positive al virus, ma senza segnali evidenti.

I timori di nuova ondata sono aumentati quando la contea di 600.000 abitanti di Jia, nell'Henan, provincia a nord dell'Hubei, è stata isolata per i parecchi casi d'infezione. Anche Singapore, nel giorno del suo quinto decesso e con i casi saliti a 1.049, ha adottato un «salvavita» di un mese. Malgrado la situazione sia sotto controllo, il premier Lee Hsien Loong ha disposto movimenti limitati allo stretto necessario (spesa ed esercizi fisici nei parchi), incontri di gruppo solo per le famiglie e scuole da mercoledì in modalità e-learning. Uffici chiusi, tranne quelli essenziali.

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