Sposi da 10 mesi separati dal virus: «Bellissimo riabbracciarsi»

Benedetta, infermiera in Poliambulanza, ha lavorato nel reparto Covid Enrico è rimasto a Forlì
Dall’album di nozze: Benedetta ed Enrico il giorno del loro matrimonio, celebrato in campagna - Foto © www.giornaledibrescia.it
Dall’album di nozze: Benedetta ed Enrico il giorno del loro matrimonio, celebrato in campagna - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Si sono ritrovati dopo oltre due mesi di lontananza forzata. Lei a Brescia, impegnata in prima linea nell’emergenza, come infermiera nel reparto Covid allestito in Poliambulanza; lui nella sua Forlì, in attesa del concorso per Vigili del Fuoco e al sicuro da un eventuale contagio.

Una separazione durissima per i due giovani sposi che, finalmente, lunedì mattina hanno potuto riabbracciarsi e riassaporare le gioie di una quotidianità scombussolata dal virus.

Una pedalata nel verde; una piada d’asporto: tanto è bastato per ritrovare la felicità. Lei si chiama Benedetta Vidi ed è un’infermiera di 28 anni che vive a Gussago. Lui, Enrico Bazzotti, ha 36 anni. È di Forlì e coltiva il sogno di entrare nel corpo dei Vigili del Fuoco.

«Ci siamo conosciuti sei anni fa a Madonna di Campiglio - racconta lei -. Io lavoravo come commessa in un negozio e lui era in vacanza sugli sci con alcuni amici. Ci siamo innamorati e, nonostante la distanza, non ci siamo più lasciati».

Benedetta si iscrive alla Facoltà di Scienze Infermieristiche a Brescia e corre da Enrico a Forlì durante il weekend. O viceversa. Dopo la laurea, nel gennaio 2018, raggiunge il fidanzato in Romagna e i due cominciano finalmente la loro vita insieme. «Ci siamo sposati a luglio - racconta la 28enne -. È stata una bellissima cerimonia in campagna, che abbiamo organizzato noi. È stato un giorno meraviglioso».

Dopo le nozze i due decidono che è tempo di trasferirsi a Brescia, anche perché nel frattempo a Benedetta viene offerto un lavoro alla Poliambulanza. «Abbiamo preso casa insieme a Gussago - spiega - e da fine agosto ho cominciato a lavorare in ospedale. Nel frattempo abbiamo cominciato ad organizzare il trasloco definitivo, fino a che il coronavirus si è messo di mezzo. Ci siamo visti l’ultima volta qui a Brescia il 28 febbraio e poi più nulla fino a lunedì».

Una decisione difficile, quella di separarsi, ma che trova ragione proprio nella professione di Benedetta, che è stata catapultata nel cuore dell’emergenza: «Non volevo rischiare di contagiarlo e quindi abbiamo deciso che Enrico restasse con i suoi a Forlì. Una decisione dettata anche dall’imminente concorso che poi, però, è stato spostato a settembre proprio a causa del Coronavirus».

«La distanza per noi non è una novità, ma questa volta è stata davvero dura - racconta Benedetta -. Ero qui sola, in un momento che anche dal punto di vista lavorativo è stato emotivamente difficilissimo. Per fortuna, però, esistono le videochiamate. Ad aiutarmi a resistere sono stati anche tutti i messaggi arrivati in ospedale, i disegni dei bambini e le focacce e le pizzette mandate dalle fornerie. Tutta la comunità ha contribuito a darci forza».

E lunedì, finalmente, Enrico si è presentato alla porta di casa. «Non mi aveva detto esattamente l’ora e quando ho sentito il campanello sono corsa fuori ad abbracciarlo. La cosa più bella della nostra prima giornata insieme? Una pedalata in campagna, seguita da una piadina d’asporto. Una cosa normale, ma che mi è mancata tantissimo».

Ora che la vita sta tornando alla normalità, e il reparto Covid alla Poliambulanza è stato chiuso, Enrico resterà a Gussago con Benedetta. «Ha trovato un lavoro, in attesa del concorso» racconta lei. «In ospedale siamo ancora col fiato sospeso. Io però sono fiduciosa: penso che questa emergenza abbia insegnato a tutti qualcosa e abbia contribuito a creare una coscienza comune».

 

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