I medici: «Tamponi per chi rientra al lavoro? Si può fare»

In questo modo, come già in atto per gli operatori sanitari, non si rischierebbe di far circolare pazienti potenzialmente infettanti
Un laboratorio di analisi di tamponi - Foto Ansa
Un laboratorio di analisi di tamponi - Foto Ansa
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L’Ordine dei medici di Brescia appoggia la proposta del sindaco Emilio Del Bono di fare i tamponi sulle persone che, dopo un periodo rientrano a casa in malattia, rientrano sul posto di lavoro. Un accorgimento che potrebbe contribuire in modo rilevante al contenimento dei contagi da Covid-19.

Nella nota dei dottori si legge: «La medicina del territorio ora è in grado di mantenere a domicilio un numero sempre maggiore di pazienti con sintomi. Dato che nel Bresciano il numero di pazienti clinicamente Covid-19 è nettamente superiore al numero di pazienti identificati come positivi tramite i tamponi, in un mondo ideale sarebbe auspicabile eseguire il test a tutti i familiari dei malati. Oggi, però, scontiamo le attuali insormontabili - e non sappiamo per quanto tempo - difficoltà del numero di tamponi eseguibii».

Una soluzione parziale però esiste ed è appunto l’esecuzione dei tamponi, prima del rientro al lavoro, a quei pazienti che non hanno avuto bisogno di ricovero ospedaliero (e agli asintomatici al termine della quarantena), ma che devono tornare in azienda perché impegnati in settori strategici. «In questo modo, come già in atto per gli operatori sanitari, non si rischierebbe di fare rientrare al lavoro pazienti potenzialmente infettanti che potrebbero compromettere il funzionamento di servizi essenziali determinando, nel contempo, ulteriore diffusione della malattia».

Secondo un rapido sondaggio fatto dall’Ordine tra i colleghi di medicina generale, si tratterebbe di fare tamponi a circa 5 mila, massimo 6 mila persone attualmente in malattia. Un obiettivo raggiungibile.

 

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