Coronavirus, il Civile punto di riferimento per i parti

Una prova difficile che è stata supportata anche dall’adozione di un protocollo specifico per gravide e puerpere positive al tampone
PARTI, CIVILE OSPEDALE REGIONALE
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«In questi giorni ci sono stati casi di donne positive al coronavirus che hanno partorito da noi». A dichiararlo è Enrico Sartori, direttore del Dipartimento ostetrico-ginecologico dell’Ospedale Civile. Come era prevedibile, il coronavirus ha fatto il suo ingresso anche in sala parto. Alcune donne in dolce attesa e vicine al lieto evento sono state contagiate dal virus: la vita però non si ferma di fronte a nulla e così hanno dato alle luce i propri figli anche nel bel mezzo della tempesta sanitaria causata dal Covid-19.

Una prova difficile che è stata supportata anche dall’adozione di un protocollo specifico per gravide e puerpere positive al tampone, valido per l’intera Regione. «Ad oggi - riferisce il professor Sartori - tra casi positivi e sospetti abbiamo al Civile sei gravide». Ma l’impegno dell’Asst Spedali Civili va oltre: il punto nascita di Brescia è stato individuato quale polo di riferimento della Lombardia orientale per il parto di donne Covid-19 positive.

In poche parole le donne gravide positive al Coronavirus che risiedono nella zona est della Lombardia andranno a partorire al Civile. Oltre all’ospedale di Brescia, nella nostra Regione ne sono stati selezionati altri: per Milano gli ospedali Sacco e Mangiagalli, per Monza e la Brianza il San Gerardo di Monza e poi l’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo.

 

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