Creato test che in 6 minuti rivela se si è positivi al Covid-19

Lo ha messo a punto l'Università dell'Insubria, è un test salivare e sarà presto in commercio
Il test rapido salivale dell'Università dell'Insubria - Foto tratta da Facebook © www.giornaledibrescia.it
Il test rapido salivale dell'Università dell'Insubria - Foto tratta da Facebook © www.giornaledibrescia.it
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Con l'avvio della Fase 2, la possibilità di monitorare con rapidità le eventuali situazioni a rischio e la disponibilità di un elevato numero di tamponi sembra essere una delle chiavi per garantire una cornice di sicurezza e scongiurare nuove ondate di contagio.

Da questo punto di vista potrebbe risultare significativa la disponibilità del Test rapido salivare (Trs), un nuovo strumento in grado di rilevare il coronavirus nell'organsimo «in pochissimi minuti» stando a quanto reso noto dall'Azienda Sanitaria Territoriale dei Sette Laghi, che lo ha messo a punto in collaborazione con l'Università dell' Insubria di Varese. A quanto reso noto dagli sviluppatori, il test «funziona e sarà presto messo in commercio con un vero e proprio kit». Di fatto, uno strumento che assolve ad uno scopo analogo a quello del tampone oro-faringeo sin qui impiegato (cioè ravvisare la presenza del virus, non degli anticorpi), ma con tempistiche diagnostiche che, almeno stando alle parole dei ricercatori di Varese, sono decisamente più rapide.

Il nuovo strumento è in grado di diagnosticare la positività al Covid-19 attraverso la saliva, «impiegando dai 3 ai 6 minuti», funziona analogamente a un test di gravidanza. La saliva viene raccolta su una striscia di carta assorbente e trattata con un apposito reagente: se compare una banda, il soggetto è negativo, se due bande, è positivo. Secondo la nota dell'Università dell' Insubria e dell'Asst dei Sette Laghi, sarà in grado di diagnosticare la positività anche su soggetti asintomatici, peculiarità importante alla luce della progressiva riapertura delle attività produttive.

A dirigere l'equipe che ha messo a punto il test sono stati il rettore dell'università Angelo Tagliabue, professore di Odontostomatologia, e Paolo Grossi, infettivologo referente regionale e ministeriale per l'emergenza Covid-19, su input del ricercatore di Odontoiatria Lorenzo Azzi e del professor Mauro Fasano, esperto in Biochimica. La realizzazione dei reagenti e dei kit è avvenuta nei laboratori dell' Insubria a Busto Arsizio (Varese) ed è stata coordinata dalla ricercatrice Tiziana Alberio.

Al momento sono in corso le operazioni di prototipizzazione in vista della messa in commercio. Ad occuparsene al momento è una ditta di Reggio Emilia, la NatrixLab. Secondo quanto emerso, almeno inizialmente il test sarà messo a disposizione di strutture sanitarie e non sarà previsto l'utilizzo autonomo da parte dei comuni cittadini. Questo in virtù del fatto che la certificazione all'impiego sotto controllo medico richiede tempi ben più contenuti (circa 15 giorni) rispetto a quella prevista per l'impiego da parte dei singoli soggetti.

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