Italia e Estero

Coronavirus, l'andamento del contagio nel mondo

Dall'Europa agli Usa, dalla Russia all'Australia: come si muovono i governi per contrastare il diffondersi del virus
Un vigile del fuoco thailandese ha indossato un costume da Spiderman per esorcizzare il lavoro di sanificazione - Foto © www.giornaledibrescia.it
Un vigile del fuoco thailandese ha indossato un costume da Spiderman per esorcizzare il lavoro di sanificazione - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Gli Stati Uniti hanno superato la Spagna per numero di decessi provocati dal coronavirus e sono adesso al secondo posto di questa triste classifica mondiale dopo l'Italia.

Il bilancio aggiornato della Johns Hopkins University indica infatti che negli Usa sono morte finora 14.817 persone a causa del virus contro le 14.792 della Spagna. L'Italia mantiene il primo posto con 17.669 decessi. 

In Europa, il continente più colpito, i casi accertati di infezione sono 772.592 e i morti oltre 61mila. Vediamo la situazione in alcuni dei maggiori Paesi europei.

FRANCIA. Il confinamento dei francesi «sarà prorogato» oltre il 15 aprile, un mese dopo il suo inizio: lo ha reso noto l'Eliseo, precisando che il presidente Emmanuel Macron si rivolgerà ai francesi nel pomeriggio del lunedì di Pasqua per illustrare le sue decisioni sulla lotta contro l'epidemia di Coronavirus nelle prossime settimane. La presidenza non ha precisato quanto durerà il confinamento, cominciato il 17 marzo e già prolungato di 15 giorni. In Francia i decessi legati al coronavirus sono 10.869 dall'inizio dell'epidemia.

Anne Hidalgo già pensa al futuro. In una lettera inviata al premier francese, Edouard Philippe, la sindaca di Parigi propone un piano per uscire dal confinamento. Nella missiva, secondo Le Monde, Anne Hidalgo prevede, tra l'altro, l'avvio di una massiccia campagna di test sulla popolazione parigina ed ovviamente la quarantena per le persone contagiate. Obiettivo del piano post confinamento è inoltre quello di «preparare la città a vivere lungamente con mascherine, gel e applicando misure precauzionali», come indossare i guanti o mantenere le distanze di sicurezza.

GERMANIA. In base ai dati ufficiali del Robert Koch Institute, i decessi in Germania sono 2.107, segnando un incremento maggiore rispetto alle scorse settimane. L'aumento dei casi di contagio, che da alcuni giorni è del 4-5%, registra invece un rallentamento rispetto alla scorsa settimana quando era del 7-8%. In Baviera, il land più colpito dall'epidemia, i contagi sono quasi 29 mila (+1.300) e i decessi complessivi 635. Ieri il Robert Koch ha tra l'altro reso noto che dall'inizio della crisi sono stati effettuati oltre 1,3 milioni di test, un numero decisamente superiore a qualsiasi altro paese europeo.

REGNO UNITO. Nuovo record nazionale di morti giornalieri da coronavirus nel Regno Unito: il ministero della Sanità ha indicato ieri un incremento nelle ultime 24 ore di 938 decessi, fino a un totale di 7.097. Quanto ai contagi registrati, il conteggio passa dai 55.242 indicati ieri a 60.733, con una curva di crescita di nuovo in aumento attorno a 5.500 al giorno, mentre si calcola che manchi ancora una settimana circa al picco di diffusione dell'epidemia sull'isola. Boris Johnson resta ricoverato in terapia intensiva, tra i malati gravi colpiti dal coronavirus ma «la sua condizione sta migliorando». Manca almeno una settimana ancora al picco previsto sull'isola, per questo c’è l'intenzione di prorogare le restrizioni del lockdown, oltre il termine delle tre settimane in scadenza lunedì di Pasqua.

CINA. La nuova normalità della Cina, malgrado l'apertura più che simbolica di Wuhan, si basa su prevenzione e controllo che Xi ha chiesto di rafforzare ulteriormente. Almeno in 65mila hanno lasciato Wuhan nel primo giorno di relativa normalità dopo i quasi tre mesi di lockdown draconiano per contrastare il Covid-19. Chi è diretto verso Pechino dovrà rispettare le misure decise a difesa della capitale: sottoporsi al test dell'acido nucleico 7 giorni prima della partenza e subito dopo l'arrivo. L'attenzione è per gli asintomatici, saliti a quota 1.095 su scala nazionale e di cui 358 arrivati dall'estero, considerati tra i maggiori rischi di una seconda ondata della pandemia. Un altro rischio, inoltre, è quello dei contagi di ritorno che hanno spinto Suifenhe, città con più di 60.000 abitanti della provincia del nordest di Heilongjiang, ad adottare un lockdown stile Wuhan. In serata, poi, la Cina ha comunicato la chiusura di tutti i quattro accessi al confine con la Russia: sono Suifenhe, HuiChun e Dongning nella provincia di Heilongjiang e Manzhouli nella Mongolia Interna. 

GIAPPONE. All'indomani della dichiarazione dello stato di emergenza in Gippone, Tokyo fa segnare un nuovo massimo di contagi di coronavirus, a 144, superando quota 1.330. Le autorità sanitarie riferiscono che il 60% delle infezioni associate all'ultimo record giornaliero non hanno fonti rintracciabili. La governatrice della capitale Yuriko Koike, ha esortato i cittadini ad una maggiore vigilanza ricordando ancora una volta come la metropoli stia attraversando una fase critica. Oltre a Tokyo lo stato di emergenza riguarda le prefetture di Kanagawa, Saitama, Chiba, Osaka, Hyogo e Fukuoka, equivalenti a circa il 45% della popolazione dell'arcipelago. Ad oggi il numero dei contagi a livello nazionale in Giappone si è assestato a 4.768, con 93 morti

RUSSIA. Le «prossime due-tre settimane» saranno cruciali per la lotta contro l'epidemia di Covid-19 in Russia: lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin in un incontro in teleconferenza con alcuni governatori regionali. «Stiamo studiando attentamente l'esperienza di tutti i Paesi che hanno affrontato la minaccia del coronavirus - ha dichiarato Putin, ripreso dall'agenzia Interfax - e ne deduciamo che le prime quattro o cinque settimane dall'inizio dell'epidemia sono quelle più dure e difficili. L'epidemia dovrebbe raggiungere il cosiddetto «plateau» tra circa 10-14 giorni e la curva delle infezioni dovrebbe cominciare a scendere a giugno: lo ha detto la direttrice dell'Agenzia biomedica federale russa Veronika Skvortsova in un'intervista alla tv di Stato russa ripresa dalle agenzie Tass e Interfax. Secondo Skvortsova, il plateau dovrebbe durare fino a metà giugno e il periodo di riduzione dei casi durerà approssimativamente quanto quello in cui i casi sono aumentati.

AUSTRALIA. Le 18 nazioni del Pacific Island Forum, cui appartengono gli stati-arcipelago della regione oltre ad Australia e Nuova Zelanda, hanno attivato le disposizioni del patto regionale di sicurezza per affrontare la crisi del coronavirus «come una famiglia estesa»: la decisione comporta l'impegno ad aiuti sostanziali da parte dei due fratelli maggiori dell'organizzazione intergovernativa fondata nel 1971. La ministra degli Esteri australiana Marise Payne si è unita alle controparti del Forum in una teleconferenza che ha deciso di velocizzare una risposta umanitaria nel quadro della Biketawa Declaration on Regional Security. «Questo include assistenza medica, facilitazioni di sdoganamento di forniture mediche e di permessi diplomatici per voli charter e navi commerciali», dichiara in un comunicato il presidente di turno del Forum, il ministro degli Esteri di Tuvalu, Simon Kofe.

 

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