Centro Covid al Civile, l'Ordine dei medici solleva alcuni dubbi

In una nota firmata dal presidente Ottavio Di Stefano, i questiti in nome della sicurezza e della tutela di operatori sanitari e pazienti
L'assessore Gallera e il direttore Trivelli durante il sopralluogo al Civile - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
L'assessore Gallera e il direttore Trivelli durante il sopralluogo al Civile - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
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L’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Brescia interviene in merito al progetto del centro Covid-19 che sarà realizzato all’interno del Civile di Brescia, il cui progetto è stato presentato sabato dalla direzione strategica dell’ospedale, alla presenza dell'assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera. Un progetto che non ha mancato di destare perplessità da più fronti. In una nota firmata dal presidente Ottavio Di Stefano, sono riportate le domande che l’Ordine si pone, in nome della sicurezza e della tutela della professione a garanzia del paziente.

L'ambiente
Ristrutturare un padiglione dell'anello bordoniano (dal nome dell’architetto Angelo Bordoni che progettò l’edificio ndr) in 60 giorni soddisferà i requisiti minimi previsti dall'Oms per questa tipologia di struttura? Sono aspetti tecnici indispensabili per garantire adeguatezza clinica e riduzione del rischio infettivo.

Si sono previsti e si potranno realizzare, nei tempi indicati, percorsi differenziati per l'accesso ai servizi fra pazienti Covid e no Covid? Per gli stessi servizi (ad esempio la diagnostica per immagini) saranno previste e realizzate le indispensabili aree Covid dedicate?

I pazienti
Quali malati dovranno accedere al nuovo reparto? I requisiti sulla gravità dei pazienti mutano radicalmente. Questi malati provengono dal territorio e lo scenario sconta limiti di arbitrarietà. «Ci saranno alcuni malati che costituiranno focolai di possibile ripresa epidemica e dovremo prevedere che tutti possano essere ricoverati. Questi malati, molti non gravi con necessità di assistenza medio bassa ma pur sempre portatori del virus, troveranno una corretta collocazione nel nuovo padiglione? E i guariti non dimissibili, sia per ragioni cliniche che sociali, continueranno ad essere inviati all'ospedale diffuso? È proponibile che rimanga attivo, in tutte le sue articolazioni, nel medio o lungo termine?

Le alternative
Sembra che l'ipotesi, più volte ventilata, di una struttura modulabile esterna (come ad esempio un ospedale da campo), ma vicina all'ospedale per malati a bassa e media intensità (tutti i nuovi Covid) e i convalescenti o non dimissibili sia stata abbondonata, come invece consigliano le agenzie tecniche internazionali. E pure abbandonata è l'ipotesi di utilizzo di strutture già esistenti, come l'attuale Medicina Infettivi, che una volta ristrutturata, anche con sezioni dedicate di imaging e di altre procedure specialistiche, già disporebbe almeno in parte dei requisiti Oms, dove ricoverare malati gravi, anche ad alta intensità.

Gli altri pazienti
E infine, un’opinione dell’Ordine: «Un ospedale, con nel cuore un reparto Covid (pur con tutte le garanzie di sicurezza), che reazioni potrà determinare su chi vorrà accedervi per la patologia normale che l'epidemia ha oscurato, ma, ovviamente, per niente attenuato?».

 

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