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L'Airone: «Mia amata Brescia, vorrei scendere in campo per te»

Andrea Caracciolo, capitano della FeralpiSalò e bandiera del Brescia, si rivolge al popolo della propria terra
Andrea Caracciolo, capitano della FeralpiSalò
Andrea Caracciolo, capitano della FeralpiSalò
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Di milanese ha ormai solo l’origine. Andrea Caracciolo rappresenta Brescia. Non solo «il» Brescia, ma tutta la nostra terra, dato che da due stagioni dispiega le ali dell’airone con la maglia numero 9 della FeralpiSalò. Andrea vive con la famiglia all’ombra del Cidneo, e la sua storia calcistica parla chiaro. Ogni volta che s’è allontanato da qui (Palermo, Samp, Genoa, Novara) ha avuto poca fortuna. E se delle rondinelle è il miglior realizzatore in 109 anni di storia, dei Leoni del Garda è l’uomo di maggior esperienza.

Cosa ti piacerebbe dire ai bresciani in questo tragico frangente storico?
«Sono un uomo di campo. In questa provincia mi conoscete perché ogni volta che gioco metto tutto quello che ho. Per questo vorrei poter correre su un prato verde e gridare a tutti: "Forza, sono con voi"».

E invece...
«E invece in campo non ci può andare nessuno e il calcio diventa l’ultimo dei pensieri. In quasi ogni famiglia c’è una persona cara che scompare. E cosa vuoi dire alla gente? Abbracci quel dolore con rispetto e delicatezza. Nel mio piccolo posso solo rispettare le regole. A volte mi immagino cosa possa pensare un bresciano che ha perso una persona cara quando vede gente che passeggia per la città. Immagino il senso d’impotenza e la rabbia».
Un po’ bresciano, un po’ salodiano, ormai hai imparato a conoscere la tua gente. La nostra provincia rinascerà?
«È una terra passata alla storia per la propria forza. Sono certo che, quando tutto sarà finito, l’economia tornerà in salute. Negozi e fabbriche recupereranno il terreno perduto».

Eventualmente, il prossimo anno saresti pronto a giocare ancora? 
«Alla FeralpiSalò sto bene. Il club cresce a vista d’occhio. Prima o poi, anzi, più prima che poi, il presidente Pasini coronerà il sogno di arrivare in B. Se lo merita. Ha grande passione».

Hai seguito il Brescia quest’anno?
«Non mi perdo una partita. Dal divano o dagli spalti, ogni volta che guardo i ragazzi con la V bianca sul petto, mi chiedo: "Come faccio a non essere lì con loro?"».

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