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Inter e Milan si giocano il derby numero 218

Spalletti sta rilanciando i nerazzurri, mentre Montella non può perdere il punto in vista della partita di domenica, vicina al record di incassi
San Siro visto dall'alto
San Siro visto dall'alto
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Saranno pure anni poco felici per le milanesi, che si affrontano domenica sera per il derby numero 218, ma i tifosi dal cuore debole vorrebbero evitare almeno le trepidazioni dell'anno scorso. Due pari per 2-2 frutto di una rimonta all'ultimo respiro: il gol di Perisic all'andata al 92' e il doppio recupero di Romagnoli all'87' e di Zapata al 97' nel ritorno. 

Inter-Milan coglie Spalletti all'apice di un rilancio quasi insperato, mentre Montella, in bilico, non può permettersi l'onta di un quarto ko in otto gare. L'interesse dei tifosi di certo non manca: biglietti non se ne trovano più, l'incasso dovrebbe superare i 4,5 milioni di euro, avvicinandosi ai 4,7 milioni di Milan-Barcellona nel 2012. 

I nerazzurri, appaiati al secondo posto con la Juve, a 19 punti, cercano di proseguire il loro volo frutto della lucida esperienza dell’allenatore, che ha asciugato le amnesie e le incongruenza della squadra di Pioli. Pochi fronzoli, motivata, spietata e a volte fortunata, l'Inter per restare nel podio del campionato deve domare un Milan (settimo a 12 punti) rivoluzionato e un po’ arruffone, dalle tante potenzialità che Montella finora ha esaltato solo con squadre di rango inferiore. 

Due squadre con proprietà cinesi e tecnici italiani che si conoscono benissimo. Il rapporto tra i due allenatori ha superato infatti le nozze d'argento: compagni di squadra a Empoli, Spalletti ha avuto Montella come giocatore con Empoli, Samp e nel fine corsa a Roma. La lunga permanenza di Spalletti allo Zenit ha ridotto al minimo gli incroci in panchina: nei tre sfide di Samp e Milan con la Roma Montella ha perso sempre. Ma la storia del derby racconta che il ruolo di favoriti è una perfida illusione con i tifosi avviliti da una lunga crisi di risultati. 

Dopo l'addio di Mourinho, l'Inter ha resistito solo un anno ai vertici inanellando poi sei anni senza podio. Per il Milan sono quattro gli anni di carestie, ma con un ottavo, un decimo e un settimo posto oltraggiosi per la storia del club a cui ha fatto seguito un sesto posto che ha riportato la squadra nell'Europa meno nobile. 

Insomma, un torneo con le milanesi fuori dal terzetto di testa è anomalo, dal dopoguerra è successo solo 15 volte (quattro volte si sono piazzate al primo e secondo posto) e negli ultimi trent’anni Milano è rimasta senza podio, oltre che nell'ultimo quadriennio, solo negli anni di disgrazia 1995 e 2001. 

Ma il recente buco nero non può far dimenticare decenni di dominio: da Nordhal a Shevchenko, da Meazza a Ronaldo gli eroi di San Siro hanno regalato sogni ed emozioni. Si comincia il 10 gennaio 1909 con un 3-2 per il Milan, poi palla all'Inter: dai fratelli Cevenini I e III a Levratto fino al «Balilla» Meazza, 13 gol nei derby. Ma è dal secondo dopoguerra che fioriscono campioni. Dal 1949 in un anno tre derby memorabili: 4-4 con doppiette di Nyers e Nordhal, poi un rocambolesco 6-5 per l'Inter con tris di Amadei (in recupero da 1-4), e poi un 3-2 con protagonista lo svedese Skoglund. Tempi duri per Gren-Nordahl-Liedholm, il Gre-No-Li milanista che ha poi modo di rifarsi. 

Il derby sale di tono negli anni '60 con le colorite sfide tra Herrera e Rocco, quelle sopraffine in campo tra Mazzola e Rivera e le due antagoniste si danno il cambio primeggiando in Europa. Preambolo il 5-3 per il Milan nel 1960 con poker di Altafini (record in serie A), poi nel 1963 gol lampo di Mazzola dopo 13’’ e pari di Dino Sani. 

Con l'avvento di Berlusconi il Milan comincia un ciclo con Gullit, Rijkaard e Van Basten. Sacchi avvia la sua avventura battendo l'Inter del Trap 2-0 nel 1988. Rendono avvincenti le sfide anche i tedeschi Matthaeus, Klinsmann e Brehme. Le star si susseguono: Weah e Savicevic, ma soprattutto Ronaldo. Il Fenomeno segna la fine degli anni '90 con gol e prodezze, poi tocca a Shevchenko che supera Meazza con 14 gol. È primattore nella disfatta di Tardelli del 2001, un 6-0 con una sua doppietta, score maggiore in serie A. 

È un altro periodo nero per l'Inter che soccombe dal 2002 al 2005, poi doppio pari nella semifinale Champions che promuove i rossoneri. Tocca a Ibra e a Crespo poi suonare la carica in un 4-3 del 2006. Agli albori del triplete (agosto 2009) Mourinho bastona Leonardo e al 4-0 partecipa Milito. Poi gli ultimi anni anonimi e sofferenti per i tifosi con le squadre lontane dal podio: l'Inter vince poco e di misura, il Milan alterno si concede un corroborante 3-0 nel gennaio 2016. Fino ai due pari col brivido finale a sancire una precarietà che le proprietà cinesi vorrebbero cancellare per riportare Inter e Milan ai vertici del calcio internazionale.  

 

 

 

 

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