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Frosinone-Brescia? Luci di Natale e Salerno

Le rondinelle impegnate in una complicata trasferta in un momento di corrente alternata
Andrea Caracciolo
Andrea Caracciolo
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Si avvicina il Natale e tra salotti, balconi, strade e piazze, regnano le lucine intermittenti. Si accendono e si spengono. Scaldano l’atmosfera ed il cuore. Pure il Brescia è stato, fin qui, una luce di Natale (e il cuore non l'ha scaldato granché...). In grado di passare da «off» ad «on» in un batter di ciglia. Lo abbiamo sperimentato anche in queste ultime settimane. La partita col Cesena è stata una delle più brutte delle rondinelle dell’ultimo lustro. Con la Salernitana, la settimana scorsa, si è visto tutto un altro brio. 

È dunque in buona parte giusto sottolineare che le prossime partite, a partire da quella di oggi, sabato 9 dicembre, alle 15, a Frosinone (zona play off, 23 punti), aiuteranno a mostrare a tutti di che pasta è fatta la squadra (occhio, sono in arrivo le sfide a Cittadella ed Empoli).

Ma è altrettanto vero che questa prima parte di campionato ha in realtà già mostrato un volto preciso delle rondinelle. I lineamenti di una squadra Caracciolo-dipendente («che noia, segna solo lui», ha scherzato Cellino), alla ricerca di una costanza e di una quadratura del cerchio che non sono mai del tutto arrivate, per nulla priva di limiti, come lo stesso Marino ha avuto modo di sottolineare, con molta franchezza, dopo il ko di Cesena.

Cosa potrà essere il Brescia nella seconda parte dell’anno? Dipende molto dal mercato. Dopo la vittoria sulla Salernitana è arrivato Salerno. Un chiaro segno da parte della proprietà. Ma, come si è fatto notare giustamente, a gennaio bisogna arrivarci in piedi con le forze a disposizione oggi. Se si giunge alla finestra di mercato con una classifica molto scadente, sarà difficile convincere qualche buon giocatore a sposare il progetto-Brescia. Insomma, là fuori non tutti si chiamano Gastaldello

In casa, invece, abbiamo chi si chiama Torregrossa. In questi giorni ha affermato che «se caracciolo fa 50 gol siamo tutti contenti». Ma, ad oggi, se dovessimo immaginarci un erede dell’Airone tra i giocatori che ci sono già, pensiamo al siciliano Ernesto. Che sfrutti il più possibile il tempo in cui può studiare Andrea da compagno di squadra. C’è molto da imparare e molto da restituire.  

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