Brescia, Diana: «Male l’arbitro, ora non guardiamo troppo in alto»

Per una volta Aimo Diana non soprassiede: «L’arbitro non ha fatto una grande partita». Immerso nella dolcezza della rimonta di Vido a Cittadella, il tecnico dell’Union Brescia parte da questo punto, il più amaro: «Il gol di Zennaro ci sembrava assolutamente regolare. E poi nel primo tempo manca un’espulsione (a Gatti, ndr). Questa gestione un po’ ci ha innervosito, e abbiamo l’impressione che ci abbia tolto qualcosa».
L’analisi
Resta il punto arraffato con spirito, nel finale, quando tutto sembrava perduto: «C’è stata una grande reazione, Vido è entrato benissimo. Questo ci fa capire quanto sia importante avere a disposizione certi giocatori». L’analisi di Diana va però più in profondità: «Nel primo tempo abbiamo costruito molto, bisognava concretizzare di più».
Si torna al problema più o meno atavico di questa squadra: la difficoltà a sintetizzare la mole di gioco. «In questo momento siamo costretti a giocare sempre palla a terra, questo ci toglie tante energie», dice Diana. Che poi fa una considerazione sulla classifica: «Dobbiamo capire che in questa fase non dobbiamo guardare troppo in alto».
Il campionato
Diana riconosce i meriti del Cittadella, una «squadra forte», con la quale il suo Brescia si giocherà «le posizioni nobili fino alla fine del campionato». Il Vicenza scappa, ora i punti di distacco sono dodici: «A fine primo tempo eravamo arrabbiati, dovevamo sbloccarla. Questo fa capire lo spirito che c’è. Sentiamo che ci manca qualcosa: quattro o cinque punti in più, forse, li avremmo meritati».
Il protagonista

Per Luca Vido, nell’oscurità densa di queste settimane, si è accesa una luce: «Non poter giocare è pesante: per noi non è solo un lavoro, ma anche una passione – racconta –. Per me, comunque, vengono prima la squadra e il risultato: avrei preferito vincere senza un mio gol».
L’ex Reggiana glissa sull’arbitraggio: «Anche a me sembrava potesse esserci l’espulsione di Gatti. Parlare dalla panchina però è facile, in campo è tutta un’altra storia. E nella mia carriera non ho mai commentato le scelte dei direttori di gara. Dobbiamo concentrarci su di noi e pensare a lavorare».
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