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Honda. VT 750, la cruiser in chiave moderna

Questa moto fa del motore il suo cavallo di battaglia, abbinando una ciclistica e un'estetica semplice. La linea piace sia al motociclista esperto che al neofita delle due ruote. Costa su strada 6.690 euro.
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È difficile catalogare la Honda VT 750 S: la sua derivazione con la Shadow vorrebbe questo modello inserito tra le cruiser (o custom) ma la precedente sigla RS potrebbe far pensare a una Roadster e assimilata quindi alle moderne naked, come poi ha fatto Honda Italia presentandola al pubblico nel 2010.
La VT 750 S - questa la sigla definitiva - ha ottenuto in Italia, nello scorso anno, discreti numeri di vendita confermando così che un buon prodotto offerto a un prezzo contenuto (costa 6.690 euro) attira tanti consensi, coinvolgendo nel mondo delle due ruote chi non ama gli scooter e chi si vuole avvicinare alla moto guidando un mezzo accessibile.
L'operazione attuata per questa 750 è semplice: incastonare in una estetica semplice, uno dei bicilindrici più ricchi di storia e tradizione dell'intera produzione motoristica giapponese. Nella VT 750 S il due cilindri a «V» (con angolo di 52°) è quello che deriva dal 600 della Transalp e ancora prima dalla poco conosciuta VT 500 degli anni Ottanta: è una motorizzazione importante che ha poi seguito nelle sue varie evoluzioni la rimpianta Africa Twin, motorizzando al tempo stesso efficaci cruiser e modelli turistici quali la Pacific Coast 800. Un motore molto semplice nel suo schema tetragono a ogni sforzo (doppia brillantemente i 200.000 chilometri) e di buone prestazioni globali: ottima l'elasticità di marcia, discreta la potenza ai massimi regimi, ridotti i consumi e contenuti i rumori di meccanica; oltre alla «V» dei due cilindri questo bicilindrico annovera il raffreddamento a liquido, l'iniezione elettronica (è a norma Euro 3) e un singolo albero a cammes in testa che comanda tre valvole.
La VT 750 S - riproposta nel 2011 con una nuova colorazione Tricolor (rosso, bianco, blu) - fa quindi del motore il suo cavallo di battaglia, abbinando una ciclistica e una estetica molto semplice ma decisamente bella e di presa, adatta sia al motociclista esperto (magari amante dei modelli retrò) sia al neofita che vuole avvicinarsi a una moto tradizionale, di buone prestazioni, non di eccessivo peso e di facile guidabilità. Proseguendo nell'analisi di dettaglio della VT 750 S, il motore a «V» di casa Honda è abbinato alla trasmissione finale a catena (sulla Shadow c'è il più «pulito» albero cardanico) con il cambio a cinque marce che permette di sfruttare la grande elasticità e la coppia ai bassi regimi.
In sella alla VT 750 S la posizione è quanto mai naturale (si è seduti a 75 centimetri dal suolo) con un manubrio comodo, non eccessivamente ampio ma dotato di buona leva che è garanzia di grande maneggevolezza e guidabilità anche in città. Le sospensioni sono tradizionali con forcella che ha steli da 41 millimetri di diametro; al retrotreno la coppia di ammortizzatori fa tanto moto degli anni Ottanta così come l'impianto frenante (forse si poteva fare di più!) che annovera un disco singolo sulla ruota anteriore e il classico tamburo al retrotreno: all'atto pratico i freni sono assolutamente adeguati alle prestazioni di questa sette e mezzo anche perché su strada le «staccate» alla Rossi e alla Stoner sono assolutamente da sconsigliare (e soprattutto vietate dal Codice del-la strada).
In definitiva una sette e mezzo davvero molto piacevole (già a un primo sguardo estetico) che riporta a lati accettabili, sia per prezzi sia per prestazioni, moto destinate a tutti.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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