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Andreas Seppi, il precursore del successo del tennis italiano

Bagno di folla per il campione a Gardone Val Trompia: «Federer, Nadal o Djokovic? Il più ostico senza dubbio Roger»
Andreas Seppi tra i ragazzi, gli organizzatori e le autorità di Gardone Val Trompia - © www.giornaledibrescia.it
Andreas Seppi tra i ragazzi, gli organizzatori e le autorità di Gardone Val Trompia - © www.giornaledibrescia.it
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Un campione da Grande Slam per celebrare il recente cambio di gestione al Circolo di Gardone Val Trompia. La Emidio Rossi TennisSchool Pro Kennex Center è riuscita a portare in Valtrompia Andreas Seppi, uno dei tennisti più longevi del panorama nazionale, capace di disputare consecutivamente 66 tornei del Grande Slam, di arrivare al diciottesimo posto nel ranking mondiale e di battere nientemeno che campioni del calibro di Nadal (nel 2008) e Federer (nel 2015). Insomma, uno di quelli che ha tracciato la strada per la nuova generazione di tennisti (Sinner, Berrettini e non solo) che tante soddisfazioni sta dando ora all’Italia nei vari tornei Atp.

Emozione

In un incontro molto partecipato all’interno della struttura dei campi di via Due Giugno, grandi e piccoli hanno potuto rivolgere al campione altoatesino di Caldaro ed al suo coach Massimo Sartori le domande più disparate trovando in entrambi grande disponibilità e la possibilità di intavolare discorsi che sono andati anche al di là dell’ambito prettamente sportivo. Emozionante l’intervento del medico oncologico Alberto Tagliapietra, che ha stretto con Seppi un proficuo rapporto di collaborazione, il quale ha saputo toccare tasti molto delicati e profondi come quelli dell’aiuto psicologico e degli insegnamenti che il mondo dello sport può dare ai malati oncologici per vincere le proprie battaglie personali.

Tornando alla racchetta, Seppi si può a ragione considerare uno dei precursori del boom attuale del tennis italiano, che punta a consolidare sempre di più la sua presenza nella classifica dei cento migliori al mondo. Stimolato anche dalle domande dei più giovani, Seppi ha raccontato degli albori della sua storia nel tennis iniziata grazie ad un amico fraterno che a 7 anni aveva cominciato ad imbracciare la racchetta. «Mi sono appassionato vedendolo giocare e da lì è iniziato tutto. Disegnavamo le righe nel cortile di casa, non ci stancavamo mai di giocare».

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Poi la scelta a 14 anni di preferire il tennis al calcio e allo sci che pure aveva praticato: «Forse perché sono un po’ pigro ed alzarmi presto la mattina per andare sui campi di sci non faceva per me». Imperativo. «Sognare non è vietato» era lo slogan dell’incontro con il campione ed è anche grazie a questa massima che Seppi è riuscito a ritagliarsi un posto di primo piano nel panorama del tennis internazionale. «Lo definirei il campione della normalità - ha chiosato Rossi -. Un ragazzo che è stato da esempio per molti altri giovani; è possibile arrivare a raggiungere traguardi impensabili grazie alla cultura del lavoro ed alla voglia di imparare sempre e di mettersi in gioco».

Chi più forte tra Nadal, Djokovic e Federer? Seppi non ha eluso la domanda: «Tutti fortissimi, soprattutto dal punto di vista mentale perché ciò che differenzia i primi dieci del mondo dagli altri è proprio questo, ma direi che il più ostico, proprio per la sua imprevedibilità, è senz’altro Federer».

Il tecnico Massimo Sartori dal canto suo ha posto l'accento sul magic moment del tennis azzurro: «C’è chi ha tracciato la strada e chi ora la sta percorrendo alla grande. Seguendo le giuste metodologie si è aperta una nuova era per il tennis italiano e penso che potrà durare a lungo». La giornata di Seppi a Gardone si è chiusa nell’abbraccio festoso dei tanti ragazzi che non sono voluti mancare all’appuntamento con il campione e porteranno nel cuore un prezioso e tangibile ricordo della giornata.

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