Segregata nella casa dell'amante, scappa e lo fa condannare

Vittima una ragazza di 27 anni, bloccata per un mese e mezzo a Ospitaletto dall'uomo con il quale aveva una relazione
Segregata in casa
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La fine di un incubo è tutto in una sentenza letta al termine del processo celebrato con rito abbreviato. Sei anni e quattro mesi di detenzione al termine di una storia che di amore non aveva proprio nulla. Tra botte, minacce di morte, aggressioni verbali, e una convivenza forzata a tre. Lui, lei e la moglie di lui. Una storia per certi versi agghiacciante, segnata da una violenza riportata nei referti dell'ospedale che parlano di frattura al naso e alla mandibola.

Vittima, una ragazza di 27 anni, segregata per un mese e mezzo in casa ad Ospitaletto, dall'uomo con il quale aveva iniziato una relazione e che aveva promesso di lasciare la moglie. E invece tutti e tre hanno vissuto sotto lo stesso tetto. Con l'uomo che ha avuto il controllo totale sulle due donne. La 27enne è riuscita a scappare e a denunciare tutto. Un caso approdato davanti al tribunale.

Massimiliano Consoli, 39 anni, una sfilza di precedenti alle spalle, agli arresti domiciliari proprio per questa vicenda, dopo aver fatto anche il carcere, è stato condannato in primo grado a sei anni e quattro mesi. Il pm aveva chiesto al condanna a otto anni.

«Mi hanno ammazzato» ha ripetuto a voce alta lasciando l'aula, dove invece la vittima non è entrata per paura di incrociare lo sguardo con quello che è stato il suo aguzzino. «O stai con me e o muori» le diceva. Ha avuto paura di morire davvero, ma ha trovato al forza di denunciare, far arrestare e ora condannare l'uomo conosciuto in palestra e trasformatosi da amore in incubo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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