Domenica inizia la pesca delle uova di coregone

Verranno poi portate all’incubatoio ittico di Clusane dove diventeranno avannotti
Futuri pesci. Gli avannotti vengono poi rimessi nel lago d’Iseo
Futuri pesci. Gli avannotti vengono poi rimessi nel lago d’Iseo
AA

Domenica sul lago d’Iseo ci sarà la prima pescata a «fini riproduttivi». Ovviamente sempre che la temperatura dell’acqua lo permetta: non deve infatti superare i 10 gradi.

Il pesce da «spremere» per raccoglierne le uova sarà il coregone-lavarello, specie tra le più richieste dal mercato e dai ristoratori. I pescatori autorizzati a effettuare la campagna ittiogenica, con la supervisione della Polizia Provinciale, saranno quattordici, qualcuno in meno rispetto allo scorso anno, quando erano ventuno. Il calo è dovuto ad una rinuncia «per età», dal momento che il prelievo delle uova del coregone consiste in un’attività serale e notturna e quindi più faticosa. L’invecchiamento della popolazione di pescatori del lago d’Iseo è un dato di fatto che si manifesta anche in campagne come quella che prenderà il via fra pochi giorni. Domenica sarà avviata quindi la prima prova di pesca nella quale verrà valutata la presenza a riva del coregone.

Il pesce infatti migra verso la costa solo quando comincia la fase riproduttiva. Lo scorso anno, anomalo per le temperature, la pesca a fini riproduttivi aveva subito uno slittamento di parecchi giorni e si era conclusa a metà del mese di gennaio. Solitamente invece la campagna ittiogenica ha una durata di quindici giorni, di cui otto sono le «giornate» di pesca, in realtà si tratta di alcune ore: le uova spremute e raccolte dai pesci sono circa sette milioni. Questi numeri sono legati alla capienza dell’incubatoio ittico di Clusane d’Iseo, gestito dalla Regione Lombardia.

Dopo la fase di prelievo, le uova vengono trasferite all’incubatoio dove si schiudono per diventare piccoli pesci, gli avannotti. Il ciclo si chiude con l’immissione nel lago una volta raggiunta la lunghezza media di due centimetri. Solo così infatti i pesci hanno una garanzia di vita e di crescita che permette il ripopolamento del lago e la continuità dell’attività della pesca di professione.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia