Cavo nel bosco ad altezza gola, biker disarcionato

L’incidente in Val Palot lungo un sentiero. Il ciclista salvato dalla doppia maglia
Il biker mostra il cavo teso nel bosco lungo il sentiero - Foto © www.giornaledibrescia.it
Il biker mostra il cavo teso nel bosco lungo il sentiero - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Ha rischiato di morire. Per il gesto insensato e criminale di qualcuno. Un ciclista piacentino in trasferta sulle montagne bresciane domenica è rimasto coinvolto in un incidente che avrebbe potuto avere conseguenze gravissime.

Il misfatto è avvenuto in Val Palot, località Lea Superiore, sentiero 202. Andrea Pasquali si trovava in compagnia di due amici in sella alla sua mountain bike quando, appena dopo l’imbocco del sentiero che scende da Palot, è rimasto impigliato per la gola a un filo di plastica arancione, teso ad altezza d’uomo tra i rami delle piante.

La trappola sembrerebbe essere stata costruita con una parte della recinzione per bestiame distante soltanto pochi metri dal punto in cui è stata posizionata.

Il filo si è spaccato poco dopo l’impatto sulla gola e fortunatamente le conseguenze non sono state gravi, ma Andrea è stato comunque sbalzato dalla bici finendo a terra. «Mi è mancato il fiato, ho inchiodato e sono caduto». Fortunatamente il biker al momento dell’impatto indossava maglia e antivento allacciati: la doppia zip ha scongiurato conseguenze ben più serie. «Si passava dal buio del bosco fitto alla luce intensa di uno slargo e quel filo proprio non si vedeva. Eravamo su un sentiero segnato, ma anche se per sbaglio fossimo passati in un bosco privato non è questo il modo di far valere i diritti di proprietà».

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