Scienza

Dall'Etna esce magma «primitivo», arriva dal profondo del vulcano

Emerge dai primi esami eseguiti dall'Istituto internazionale di geofisica e vulcanologia-Osservatorio etneo sui vetri della colata lavica
Foto dell'eruzione dell'Etna pubblicata sul profilo Twitter dell'Esa, l'agenzia spaziale europea - © www.giornaledibrescia.it
Foto dell'eruzione dell'Etna pubblicata sul profilo Twitter dell'Esa, l'agenzia spaziale europea - © www.giornaledibrescia.it
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Il magna coinvolto negli ultimi eventi parossistici dell'Etna proviene dai suoi condotti interni, è tutto dello stesso tipo ed è uno dei più «primitivi» fra quelli emessi nel corso delle eruzioni del cratere di Sud-Est negli ultimi 20 anni.

È quanto emerge dai primi esami eseguiti dall'Istituto internazionale di geofisica e vulcanologia-Osservatorio etneo (Ingv-Oe) di Catania sui vetri della colata lavica. «Primitivo» è un termine usato dai vulcanologi per riferirsi a quei magmi la cui composizione è poco cambiata rispetto a quella del mantello terrestre dove si sono formati. Non è raro, ma non è usuale la sua presenza nelle eruzioni del vulcano attivo più alto d'Europa: i magmi rilevati sull'Etna negli ultimi decenni sono stabilmente di tipo basaltico. Questo, spiegano i ricercatori dell'Ingv-Oe di Catania, significa che il sistema di alimentazione più superficiale del vulcano è attualmente permeato e raggiunto da magmi provenienti da maggiori profondità ancora ben ricchi dei gas originari e dunque maggiormente capaci di originare e sostenere le fontane di lava.

L'Inv-Oe sta conducendo ulteriori rilievi di terreno per identificare e campionare il materiale eruttato durante la fontana della notte tra sabato e domenica scorsi, ma è probabile che la composizione del magma sia ancora quella registrata nei giorni precedenti, lasciandoci quindi pensare che «la muntagna» («la montagna», come l'Etna è chiamata dai catanesi) continui ad essere ben alimentata da serbatoi più profondi

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