Scienza

A San Vito cresce un rarissimo fiorellino azzurro

Il primo ritrovamento nella zona risale al 1904, l’ultimo al mese di aprile
Che bellezza. Il fiore
Che bellezza. Il fiore
AA

Righe leggermente sfumate, che sanno di narrazione piuttosto che di resoconto tecnico- scientifico, come potrebbe essere. Così, protagonista di questa storia, a tratti eccezionale anche per chi non è addentro alla materia, è un fiorellino azzurro. O meglio il rarissimo Aphyllantes monspelliensis, della famiglia delle Asparagacee, endemico nelle regioni del Mediterraneo occidentale. Un fiorellino quasi da niente presente in pochissime stazioni nel Nord Italia, e, unica in Lombardia, nella stazione di San Gallo, dalle parti di San Vito. Una stazione, cioè un luogo di crescita, circoscritta, e neppure facile da rintracciare.

Non sopravvivesse l’ Aphyllantes monspellienses a San Vito bisognerebbe andare in Val di Susa per trovarla, o in certi tratti dell’Appennino piemontese se non sulla riviera ligure o in Sardegna.

Come abbia fatto a comparire dalle nostre parti è difficile da dire. Si sa che esistono ricerche fatte sul territorio, rigorosamente datate e attribuite, garanzia di storia che continua. Dicono, gli appassionati di botanica del territorio che da anni tenevano d’occhio la zona, scambiandosi poi informazioni su ritrovamenti o meno di quel fiore, che il primo a dar notizia della presenza dell’Aphyllantes dalle parti di San Vito sia stato il prof. Ugolini, in escursione scolastica con finalità botanica, nel lontano 1904.

La presenza della rarità botanica azzurra ebbe conferme successive e quasi quarant’anni dopo, nel 1943, i botanici bresciani Giacomini e Arietti si trovarono nella stessa condizione di emozione e meraviglia del prof. Ugolini. Per arrivare infine ai nostri giorni, si fa per dire. Oltre trent’anni fa, nel 1986, l’incontro con l’Aphyllantes, sempre monspelliensis, toccò a Tagliaferri e Danieli e nel 1987 a Crescini. Tutto documentato, mentre il prof. Sandro Pignatti, botanico di fama nazionale, sostiene con sicurezza che quel fiorellino azzurro è davvero una rarità. Che effettivamente la stazione di San Vito sia un pregio a livello botanico, gli esperti ed appassionati di Brescia e dintorni lo sapevano da tempo, tanto che anche senza ritrovamenti hanno battuto la zona per anni. Alcuni anni fa, le tracce dell’Aphyllantes.

Quest’anno, alla fine di aprile, di nuovo, la conferma della sua crescita in zona. Il passa parola è bastato a portare sulle colline di San Gallo chi sapeva cosa cercava. Non sono stati messi fili spinati, né alzate barricate, ma il fiorellino azzurro non va sfregiato neanche un po’.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia