La paziente: «Ero stanchissima, poi si sono bloccate le gambe»

Angela ha una neuropatia periferica e sta sperimentando la nuova macchina per l’elettrostimolazione
Una veduta dall'alto della Domus Salutis di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
Una veduta dall'alto della Domus Salutis di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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Ero sempre molto stanca. Angela ricorda così l’esordio della malattia che, a distanza di una decina di anni, le impedisce di camminare autonomamente. «Le gambe si bloccavano e ricordo che gli specialisti mi chiedevano di spiegare esattamente se ero solo stanca o se avevo anche dolore. Non sapevo nemmeno io: ero entrambe le cose ma, su tutto, la mancanza di forze era devastante. La diagnosi non è stata immediata. È arrivata dopo un esame specifico che ha finalmente dato un nome al mio grande malessere: avevo la neuropatia periferica. Non mi volevo rassegnare, anche perché non avevo alcuni dei motivi classici scatenanti la disfunzione, così mi sono rivolta a più centri specialistici. Da tutti, però, ho avuto la conferma».

Incontriamo Angela alla Domus, nell’ambulatorio di Recupero e rieducazione funzionale in cui è presente la macchina per l’elettrostimolazione neurale VIK-16. Al suo fianco il massofisioterapista Andrea Lacitignola che prepara Angela alla seduta, posizionando gli elettrostimolatori sui muscoli delle gambe. «In questa patologia, così come accade anche con la sclerosi multipla, la prima funzionalità che gradualmente si perde è quella degli arti inferiori, perché sono quelli che hanno un maggior carico di lavoro rispetto alle braccia» spiega Andrea.

E con le gambe si inizia la terza seduta di terapia con la nuova macchina che ha, tra le sue particolarità, quella di avere sedici canali di elettrostimolazione e di coinvolgere in modo attivo la paziente nella seduta di recupero della funzionalità dell’arto. Nel caso di Angela, la causa è dovuta a un disturbo funzionale del sistema nervoso periferico. «Abbiamo anche pazienti che hanno subito traumi, altri che hanno esiti importanti post Covid che impediscono loro di camminare in modo autonomo - continua Andrea -. Difficile fare una statistica per tutti i casi, perché ognuno ha una storia a sé e anche il recupero è legato all’entità del danno subito. Ovvio che, minore è stato il danno, maggiore è il recupero. Di certo, posso dire che con la nuova macchina si può accelerare molto, fino al 50% in più di possibilità di riottenere la funzionalità motoria perduta rispetto ad una procedura di elettrostimolazione tradizionale».

Mentre Andrea racconta, sulle gambe di Angela giungono stimoli neuromuscolari che fanno dialogare il suo sistema nervoso periferico, quello colpito dalla neuropatia, con il sistema nervoso centrale. È noto che il sistema nervoso può essere suddiviso in due parti distinte: quello centrale (encefalo e midollo spinale) e quello periferico (nervi esterni all’encefalo e al midollo spinale). Funzione principale del sistema nervoso periferico è mettere in connessione il sistema nervoso centrale con gli arti e con i vari organi e tessuti presenti nell’organismo.

Nell’insieme, il sistema nervoso è un sistema di comunicazione straordinariamente complesso che può inviare e ricevere enormi quantità di informazioni simultaneamente. Un sistema suscettibile a malattie e lesioni. La neuropatia periferica è solo una di queste. «Già in passato ero stata sottoposta a sedute di elettrostimolazione - continua Angela, bresciana residente nella Bassa -. Dopo ogni terapia, mi rendo conto di ottenere qualche beneficio, anche se l’attività fisica deve comunque essere costante. Poi, però, trascorso del tempo, le mie condizioni fisiche peggiorano e non riesco più a camminare nemmeno con il deambulatore perché anche solo a mettermi in piedi la fatica è enorme. Vi lascio immaginare le difficoltà. Ora sono qui e mi hanno spiegato che da questa nuova macchina potrei trarre molti più benefici rispetto al passato. Sono a metà strada e sono ottimista, perché mi accorgo che qualcosa si sta muovendo: dopo tanti anni, è evidente che sarà difficile una totale rigenerazione dei nervi. Per me sarebbe già un risultato straordinario riuscire a fare qualche passo per recuperare un minimo di autonomia».

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