Il cristallino dell'occhio può predire la comparsa del diabete

Lo dimostra uno studio della University of Exter Medical School in Gran Bretagna
Si misura l'autofluorescenza - Foto Ansa
Si misura l'autofluorescenza - Foto Ansa
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La scannerizzazione del cristallino dell'occhio può predire la comparsa del diabete di tipo 2 e del prediabete. Lo dimostra uno studio della University of Exter Medical School in Gran Bretagna, presentato al 55esimo Congresso dell'Associazione europea per lo studio del diabete (Easd).

Lo studio pilota è stato condotto su 60 soggetti suddivisi in diabetici, prediabetici e sani ed ha utilizzato la tecnologia innovativa di un biomicroscopio. I ricercatori hanno dunque eseguito una particolare analisi: la misurazione del livello di «autofluorescenza» del cristallino, spiegano, «può predire chi svilupperà in futuro il diabete o il prediabete». Questo, rilevano, è molto importante poichè tra l'inizio del diabete e la sua effettiva diagnosi può esserci un lasso di tempo anche di 10 anni, e la diagnosi e l'intervento precoci possono aiutare a prevenire le complicanze di questa patologia.

«I risultati dello studio - spiega la ricercatrice Mitra Tavakoli - dimostrano che l'autofluorescenza del cristallino è significativamente maggiore nei pazienti con prediabete e diabete 2. Proprio il livello di autofluorescenza potrebbe dunque essere un forte marcatore per il controllo del diabete a lungo termine, per predire il rischio di future complicanze. Tuttavia - conclude l'esperta - ulteriori studi più ampi e di lungo termine sono necessari per confermare tali risultati».

 

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