Doppio trapianto di fegato con nuova tecnica: salvati due bimbi
È possibile «allungare la vita» di un fegato, dividerlo in due e salvare così la vita a due bambini con un unico organo. I primi al mondo a unire l'intervento di «split liver» con la macchina per la perfusione epatica sono stati i chirurghi dell'ospedale Bambino Gesù di Roma, che hanno descritto l'operazione sulla rivista Liver Transplantation.
La macchina di perfusione extracorporea viene frequentemente utilizzata nel trapianto di organi interi (fegato, rene, polmoni e cuore) in pazienti adulti. Invece di immergere l'organo nella soluzione di conservazione e ghiaccio, viene collegato alla macchina che fa circolare al suo interno la soluzione di conservazione fredda a cui viene aggiunto l'ossigeno (perfusione ipotermica) oppure sangue ossigenato (perfusione normotermica).
«Questa tecnologia, che è relativamente recente - spiega Marco Spada, uno degli autori dell'intervento e prima firma dell'articolo - permette di conservare meglio gli organi, più a lungo e in modo più efficace tra quando vengono prelevati e quando vengono trapiantati. Abbiamo pensato che potesse essere di aiuto anche nello split liver, perché la procedura di separazione delle due parti del fegato allunga i tempi, mentre normalmente il fegato dovrebbe essere trapianto in 8-10 ore. Una volta che il fegato intero viene connesso alla macchina invece si può procedere alla divisione, e alla fine le due parti rimangono perfuse. Questo consente di avere più tempo a disposizione per il trapianto e riduce il rischio di malfunzionamento d’organo».
I chirurghi del Bambino Gesù hanno utilizzato la macchina di perfusione per dividere in ospedale un fegato prelevato fuori Italia, dove non avrebbero potuto effettuare lo split, e realizzare quindi i due trapianti contemporanei. Il fegato è stato prelevato da un donatore di un ospedale non italiano, ma comunque nell'Ue, e le due parti sono state trapiantate in un neonato di 3,7 chilogrammi che aveva una insufficienza epatica acuta, operato undici ore dopo il prelievo del fegato dal donatore, e in un bambino di nove anni che soffriva di atresia delle vie biliari, una malformazione che è la causa più comune di trapianto a questa età. «La nostra esperienza - sottolinea Spada - può cambiare il modo con cui si effettua lo split liver. Di solito il fegato si separa nell'ospedale dove viene prelevato, così invece lo si può portare nell'ospedale ricevente e procedere alla divisione in modo più sicuro».
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