Covid-19, dai guariti iperimmuni una «libreria» terapeutica

Fondazione Spedali Civili finanzia una ricerca per un test che misuri la quantità di anticorpi
Da sinistra Camillo Almici, Marta Nocivelli, Stefano Casola e Raffaele Badolato - © www.giornaledibrescia.it
Da sinistra Camillo Almici, Marta Nocivelli, Stefano Casola e Raffaele Badolato - © www.giornaledibrescia.it
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Sviluppare un test sierologico di seconda generazione per quantificare le concentrazioni nel sangue di diverse classi di anticorpi anti Sars-Cov-2, il virus responsabila del Covid-19. Ed isolare e sintetizzare su larga scala in laboratorio un gruppo selezionato di anticorpi ad alto potere neutralizzante dal sangue di individui infettati per possibili applicazioni profilattiche e terapeutiche.

Questi gli obiettivi di Coronaid-Iperimmuni, progetto di ricerca finanziato con 90 mila euro dalla Fondazione Spedali Civili. Il progetto, coordinato da Stefano Casola, responsabile della sperimetazione di Ifom (Istituto Firc di Oncologia molecolare), in collaborazione con Raffaele Badolato e Camillo Almici, rispettivamente direttore Scuola specializzazione di Pediatria di Unibs e Camillo Almici, direttore Servizio immunoematologia e Medicina trasfusionale dell’Asst Spedali Civili. Ad illustrare il progetto anche Marta Nocivelli, presidente Fondazione Spedali Civili e Massimo Lombardo, direttore generale Asst Spedali Civili.

«L’obiettivo del nostro lavoro è generare la più estesa libreria oggi disponibile di geni immunoglobulinici diretti contro il virus Sars-Cov-2 ottenuta da linfociti B di donatori di plasma iperimmune. Selezionandoli da un gruppo molto speciale di persone, ovvero i convalescenti da infezione causata da Sars-Cov-2 che sono candidati alla donazione di plasma iperimmune - ha spiegato Stefano Casola -. Questi anticorpi, una volta sintetizzati, potrebbero essere replicati in grandi quantità in laboratorio e, se necessario, reinfusi nei malati affinché il loro sistema immunitario possa avere più strumenti per combattere l’infezione».

Il progetto ha obiettivi e tempi ben definiti: entro settembre chiudere la fase della raccolta sangue delle persone che hanno avuto l’infezione. Ed entro ottobre sarà disponibile la «libreria» con le informazioni genetiche di cinquanta persone guarite dall’infezione e che si sono rivelate iperimmuni. Trenta saranno di adulti e venti di bambini.

Almici: «Nel database del Civile abbiamo a disposizione i risultati di migliaia di test sierologici. Tra questi, ne abbiamo selezionati circa 300 con valori molto elevati diIgG (le difese che il nostro organismo sviluppa dopo la malattia e che neutralizzano il virus). Quelli con livelli più alti verranno contattati chiedendo loro la disponibilità a partecipare alla nostra ricerca sottoponendosi ad un prelievo di sangue». Gli anticorpi utili al progetto Coronaid-Iperimmuni «sono quelli che hanno mantenuto più a lungo la memoria del virus - conclude Badolato -; per questo è fondamentale usare il sangue degli iperimmuni».

 

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