La riscossa della «terra del marmo» parte dall'ambiente

Il nodo «mal’aria» non ostacola la risalita dal 14° al 6° posto nella classifica dei comuni bresciani
  • La serata Qualità della Vita a Rezzato
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Nella terra del marmo, quei monti sbocconcellati di carbonato di calcio segnano la vita e il territorio. Sono, in gran parte, la causa della «mal’aria» che assedia Rezzato, e che nella classifica della Qualità della vita redatta dal Giornale di Brescia, con un 32° posto in lista per la qualità dell’aria (su 38 Comuni bresciani) fa da zavorra nella risalita della cittadina dell’hinterland dal 38° al 5° posto per quanto riguarda l’Ambiente. Ma sono anche componente importante per la costruzione di un reddito pro capite da 10° posto in lista; oltre che ispirazione, con la Scuola Vantini, per la preparazione di operai e tecnici richiestissimi specializzati nel settore, e nuova frontiera di un turismo ambientale che ha visto la creazione, grazie all’associazione. Naturalmente, di un sentiero di oltre 66 chilometri che attraversa - partendo e arrivando a Rezzato - i Comuni del territorio del «carso bresciano».

Ogni paese è una storia a sé, e l’indagine sulla Qualità della vita condotta dal nostro giornale in collaborazione con Ubi Banca prova a sviscerarla nelle sue peculiarità «puntando a trovare l’indice di valore del territorio nel Bil, il Benessere interno lordo, anziché nel Pil» ha spiegato il vice caporedattore del GdB Claudio Venturelli, coordinatore della serata di presentazione, giovedì nella sala civica Italo Calvino, ospiti il sindaco Davide Giacomini, il direttore territoriale Brescia Est di Ubi Banca Giuliano Balducchi e il vice direttore del GdB Gabriele Colleoni, assieme ai rappresentanti di associazioni e istituzioni che hanno animato l’incontro, dalla scuola all’oratorio, dai gruppi sportivi agli alpini.

Proprio dall’Ambiente, «tema sempre più fortemente sentito dai cittadini, anche se forse troppo tardivamente affrontato dalla politica» come ha spiegato Colleoni, è partita la riflessione dei relatori. Se Rezzato è balzato in un anno dal 14° al 6° posto nella classifica complessiva, è stato soprattutto grazie al miglioramento sotto il profilo ambientale (dal 38° al 5° posto). Certo, l’aria resta la bestia nera, «ma - ha sottolineato il sindaco Giacomini - ci siamo attivati per un monitoraggio più preciso da parte di Arpa per capire la composizione delle polveri sottili. Si tratta in gran parte di carbonato di calcio dalle nostre cave, che se non va sottovalutato, non è comunque tra gli elementi più inquinanti».

Rezzato vanta del resto una serie di «buone pratiche» all’avanguardia in provincia («sarebbe utile fare rete tra Comuni per scambiarsi queste esperienze» ha commentato Colleoni), come il primo oratorio eco-compatibile e una Rsa che collocherà sul tetto un impianto fotovoltaico da 70 kw. Ambiente che può diventare volano per l’economia, «anche grazie ai finanziamenti che la banca può erogare - ha aggiunto Balducchi - per l’isolamento termico di un edificio in vista di un risparmio energetico, o per la riduzione dell’impatto ambientale di una fabbrica:impegni che gli istituti di credito si prendono anche nei confronti dell’intera società». Se gli investimenti sull’ambiente possono far da volano all’economia e aumentare i posti di lavoro, è vero che quest’ultimo va valutato, nella classifica del «Bil», non solo nei numeri ma anche negli aspetti etici e sociali.

I numeri ci dicono che Rezzato scende in classifica (dal 12° al 23° posto) per quanto riguarda Economia e Lavoro, ma risale (dal 31° al 26°) sotto il profilo della Popolazione (più immigrati regolari, pareggio nel saldo migratorio totale, ma criticità per quanto riguarda la natalità e l’invecchiamento della popolazione) e sconta una lieve flessione per i servizi (dal 3° al 5°, ma con un primo posto per l’aspetto socio sanitario) e il tenore di vita (dal 12° al 15°, con buone posizioni per reddito medio pro capite e i depositi bancari). «Rezzato è sede di tante aziende medie e piccole che hanno resistito alla crisi, grazie alla capacità d’innovazione e alla voglia di mettersi in gioco - ha sottolineato il sindaco -. L’ente pubblico è chiamato a fare da supporto, a partire dall’istruzione per i giovani».

«La nostra Repubblica è fondata sul lavoro/non è una battuta, è il nostro decoro» rappano i ragazzini della scuola media Perlasca. Ma quando il lavoro è precario («atipico» si dice oggi) porta come conseguenza la difficoltà di progettare il futuro, che sia metter su famiglia o acquistare casa, soprattutto in una località come Rezzato dove i prezzi degli immobili sono elevati. «Il paese è appetibile per la vicinanza alla città, per i servizi che offre - ha commentato Giacomini - e per la scelta di contenere comunque l’espansione». «È vero, i prezzi delle case sono alti, ma sono soldi... spesi bene - ha aggiunto Balducchi -. Come Ubi siamo stati tra i primi a garantire finanziamenti anche ai lavoratori atipici, oltre che a giovani imprenditori coraggiosi capaci di portarci idee innovative».

La forza della cittadina sta nel suo «essere comunità», e nella condivisione di temi e problemi. Se la questione delle barriere architettoniche, sollevata da un cittadino presente in sala, «è nell’agenda dell’amministrazione» come ha ricordato il sindaco, l’altra sera la partecipazione all’incontro era la dimostrazione concreta di questo impegno collettivo, dai volontari che controllano il territorio (la Sicurezza è un nodo critico, con un 25° posto in classifica), ad un oratorio vocato «all’ascolto delle solitudini dei giovani» ha spiegato don Stefano, fino al gruppo di «zumba», energico e scatenatissimo.

 

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