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Vacanze: gli italiani restano in Italia, stranieri «a picco»

Una spesa media di 1.022 euro a famiglia, circa 680 euro a persona ma ancora il 20% di italiani non prenota
Escursione in montagna - © www.giornaledibrescia.it
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Vacanze all'italiana dei connazionali, ma forte assenza degli stranieri, praticamente solo europei. È in leggero ma per nulla decisivo miglioramento la fotografia del turismo italiano dell'Osservatorio Confturismo-Confcommercio e Swg di luglio. Una spesa media di 1.022 euro a famiglia, circa 680 euro a persona ma ancora il 20% di italiani non prenota per problemi economici e disponibilità di ferie. Assenti i turisti stranieri che, tra giugno e settembre, saranno circa 25 milioni in meno dell'anno scorso con una perdita del 75% dei flussi e ancora più alta per la spesa, visto che a mancare saranno i turisti intercontinentali americani e asiatici ovvero i «big spender».

Saranno vacanze al riposo e al contatto con le persone più care, mentre importanti aspetti più interattivi, e che diffondono la spesa dei turisti nei luoghi di destinazione, sono relegati agli ultimi posti delle preferenze: è il caso delle visite a musei, monumenti e mostre, che scendono dal 33% dello scorso anno al 15%, dello shopping, dal 21% al 5%, o della pratica del wellness, dal 12% al 9%. Sale a quota 65 - 3 punti in più di giugno - l'indice di fiducia che misura la propensione degli italiani ad andare in vacanza, ma preoccupa il confronto col passato: l'indice, nello stesso periodo dello scorso anno, si attestava a quota 72, quindi ben 7 punti più in alto. Inoltre c'è un numero forte di incerti: il 34% degli intervistati intenzionati a partire entro settembre non aveva ancora prenotato a fine luglio, mentre un ulteriore 8% addirittura non intende farlo e punta a trovare sistemazioni una volta giunto a destinazione. Un atteggiamento «attendista» che fa sorgere molti dubbi sul fatto che questa «voglia di vacanze» si concretizzi davvero in una o più partenze. 

«In epoca normale il quadrimestre giugno-settembre valeva il 60% delle presenze turistiche e della spesa di tutto l'anno in Italia: senza contare l'outgoing, dove gli italiani spendevano, nello stesso periodo, 11,5 miliardi. Di tutto questo, l'estate 2020 salverà, forse, il 25%». È l'amaro commento del presidente di Confturismo Confcommercio Luca Patanè ai dati dell'Osservatorio di luglio. «Questo mentre l'andamento degli indici epidemiologici ed i focolai individuati a macchia di leopardo sul territorio nazionale - aggiunge - fanno notizia molto più dell'egregio lavoro che operatori del settore e comunità locali compiono ogni giorno per garantire ai turisti una fruizione serena delle loro vacanze». «Basta con questo approccio autolesionistico - continua Patanè - e al via da subito una serie di misure importanti e con forti stanziamenti dedicati al settore. Si prenda atto, una volta per tutte, che il turismo è già da tempo colonna portante dell'economia italiana, non una vaga chance per il futuro. Sono concretamente a rischio 1 milione di posti di lavoro». 

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