Cultura

«Siedi all'ombra delle rose»: storia tra giardinaggio e filosofia

Un consiglio per le letture in questo periodo in cui si deve stare a casa e si ha tempo per leggere
Un roseto - © www.giornaledibrescia.it
Un roseto - © www.giornaledibrescia.it
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A proposito della bellezza, Aristotele domandava chi siamo noi umani, in fondo, per riuscire a comprendere tutta quella che il Creatore ha infuso nella sua opera. E del resto, non è forse scritto che, per simboleggiare la felicità e la bellezza terreste, il Creatore ha scelto un giardino?

Un po' come Chiara Saccavini, floricultrice di professione («sono nata tra i cavoli e continuo a vivere tra fiori e ortaggi», racconta scherzando), specializzata nella creazione di nuove varietà di begonie, di cui possiede una collezione enorme di esemplari dalle fogge, foglie e colori diversissimi e motore dell'azienda di famiglia, quell'Orto Fiorito (www.ortofiorito.it) che nel bel Friuli ai piedi delle colline, lungo la strada verso la Carnia e l'Austria, è la meta di pollici verdi da mezza Europa. Ma anche laureata e appassionata di filosofia e autrice di una serie di volumi che proprio dall'amore per piante e fiori prendono il loro spunto, da «Breve guida pratica per erboristi fantasiosi» a «Fiore di piantaggine».

Oggi firma «Siedi all'ombra delle rose» (tutti editi dall'indipendente Youcanprint), piccolo romanzo attraverso la bellezza di un giardino «segreto», che tra esemplari di rara bellezza custodisce una storia ancora da svelare. Tutto comincia con la telefonata di un papabile cliente a un'agente immobiliare. Lui, tipo anonimo piuttosto impacciato, ha ereditato un giardino e vorrebbe venderlo. Si, un giardino. Anche l'agente se ne sorprende. Non le è mai capito di vendere solo un giardino. Una casa con tanto verde, si. Un lotto di terreno, si. Ma un giardino è la prima volta. Quello che troverà, però, è molto di più. È quasi una fantasia inconscia diventata realtà, con grandi corridoi di piante di alloro che formano un rincorrersi di stanze di meraviglie dove la rosa è la grande protagonista, da esemplari piccoli come un bocciolo a troneggianti corolle cipria da cui è impossibile distaccarsi. Un viaggio nei colori e nei sensi, dal bianco al rosa più puro e tra gli odori dolci e allo stesso tempo fortissimi dei loro petali.

Ecco se un libro ha il poter di fare «vedere» le cose, quello di Chiara Saccavini ha anche quello di farle «odorare», quasi che i fiori spuntino fuori sfogliando le pagine del libro. Ma si prosegue ancora seguendo l'alloro tra il «muschio spugnoso di un verde quasi iridescente», erbetta nana, «tantissimi fiori di veronica celeste che sembra volere riflettere il colore del cielo», rampicanti dai fiori giallo primula, gerani viola azzurri e nepete lilla. «Sembra di assistere a un concerto di musica jazz - riflette la protagonista - in cui i colori delle rose sono note improvvisate, insolite e sorprendenti». Una bellezza che inghiotte, con solo una piccola casa di legno al centro «quasi che la casa per noi sia la personalità cosciente di chi la abita, mentre il giardino rappresenti la sua natura inconscia». A chi vendere quella insolita meraviglia? «Devo trovare un sognatore», riflette la ragazza, mentre compie una seconda e poi ancora una terza, fino a una quarta scoperta. Una dentro la casa di legno, con i diari scritti a mano dall'anziano signore che creò il giardino. Un'altra dentro di sè, che parla di tempo, luce e di armonia con se stessi. E un'altra ancora, tra le pagine dei ricordi. 

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