Dai social al libro, Anna lotta (con stile) contro il cancro
La solitudine nella lotta costante alla malattia; unica compagna un’opprimente, anti-estetica fasciatura, portata ogni giorno con distinta eleganza e grande dignità. Curare, lenire, combattere il male - il linfedema - senza perdere la speranza in sé stessi e nel sistema sanitario. Far conoscere le difficoltà di chi combatte quotidianamente questa malattia, con il sorriso sulle labbra. Veder riconosciuti i diritti del malato per una patologia che comporta una gestione medica continua e dispendiosa, sia in tempo che in denaro. Informare, raccontare, divulgare, far conoscere.
È la missione della giovanissima bresciana Anna Maisetti di Angolo Terme autrice del volume, «Il linfedema dopo il cancro» (acquistabile solo su Amazon). «È un libro che nasce - ci racconta Anna - dall’esigenza di raccontare in maniera più approfondita la mia storia sperando possa contribuire ad aumentare la consapevolezza in merito a questa patologia che colpisce nel mondo più di 300 milioni di persone».
La coraggiosa impiegata di 31 anni non nasconde più quella gamba, martoriata dalle cicatrici. Certo, ritrovarsi a soli 22 anni a dover affrontare un percorso di cura per un tumore alla pelle ha rappresentato un drastico cambiamento di vita. «È stato un duro colpo per me. Dal 2010 convivo con questo linfedema alla gamba destra. È una condizione cronica invalidante ed evolutiva che compare quando il sistema linfatico non funziona correttamente - spiega -. Può essere ereditario, si può sviluppare a seguito di infezioni e lesioni oppure, come nel mio caso, a seguito della linfoadenectomia per fermare un cancro». Le lunghe, scarlatte cicatrici lasciate dalla malattia, scavano profonde sensazioni, avvolte nel dolore ruvido dei bendaggi di una calza medica che esige tempo, soldi, energie. Medicazioni continue, fasciature notturne multistrato.
Le costanti sedute di linfodrenaggio, il distacco dagli amici e dalla vita che per una ragazza di soli 22 anni sarebbe dovuta essere ben diversa, ben più lieta. Ma la sofferenza si tramuta in determinazione, il senso di abbandono nella ferma volontà di aiutare chi soffre. «Ho aperto inizialmente il mio profilo Instagram @stile_compresso per potermi mettere in contatto con altri pazienti, trasmettendo consigli pratici ed estetici: fornisco anche indicazioni sugli outfit, perché si può essere alla moda anche in queste condizioni».
Il successo del profilo social ha portato la giovane scrittrice a Roma al Ministero della Salute in veste di rappresentante dei pazienti italiani a marzo per la giornata mondiale del linfedema. Sono molti i fardelli da sopportare a causa di questa malattia: psicologici, sociali, economici, burocratici. Anna Maisetti lo racconta, benissimo, nel suo libro «Il linfedema dopo il cancro», che è insieme testimonianza, sostegno e un contributo concreto, per i malati e non solo. Leggiamolo.
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