GdB & Futura

Il potere dei dati: crederci per orientare la propria azienda

I consigli della ITReview di Noventana, società attiva nel mondo della Business Intelligence ospite a Brescia nella sede di Isfor
Andrea De Rossi, responsabile tecnologico della ITReview di Noventana
Andrea De Rossi, responsabile tecnologico della ITReview di Noventana
AA

Credi nei dati. Non si tratta del dogma di una qualche nuova tecno-religione bensì di un invito ad ogni azienda che voglia continuare ad essere competitiva. «Nel 2018 i dati registrati su server mondiali sono raddoppiati rispetto all'anno precedente - spiega Andrea De Rossi, responsabile tecnologico della ITReview srl di Noventana (Padova), società attiva nel mondo della Business Intelligence ospite per un giorno a Brescia nella sede di Isfor -. Il trend non si fermerà e, prima o poi, tutti gli attori economici dovranno fare i conti con questo scenario».

Dalla grande realtà alla Pmi navighiamo in un mare di dati, «con i big quali Google che li usano per comandare in qualche modo tutto il mondo - afferma De Rossi -, e gli altri che giungono fino al punto di doverli comprare, per capire il mercato e orientare la propria attività». Ciò avviene quando in realtà la soluzione è più vicina di quanto si pensi anzi, la si può trovare direttamente in casa. A questo servono i sistemi di Business Intelligence, infrastruttura digitale pensata per raccogliere dati ed estrarre informazioni con lo scopo di aiutare le società a prendere decisioni rapide ed efficaci.

«Il vero problema è che in Italia siamo ancora allo step di capire come si sta operando - evidenzia il responsabile tecnologico della ITReview (è reseller accreditato del software Qlik sviluppato dall'omonima società statunitense) -, anche se questa mentalità è già il passato. Il presente è l'ottica predittiva, utilizzare i dati per capire il futuro, e in questo nel nostro Paese siamo molto in ritardo».

Nonostante lo scenario abbia tinte in chiaroscuro c'è chi, anche nel Bresciano, si sta muovendo nella giusta direzione. «Penso alla Palazzoli per esempio o tante altre imprese che hanno colto la potenzialità del dato - sottolinea De Rossi -. Una volta solo i grandissimi player potevano permettersi sistemi di Business Intelligence mentre adesso, con una spesa ridotta che può essere anche solamente di 30 mila euro, si può disporre dei migliori software in circolazione».  

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Argomenti