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Alla Saccheria dei Franceschetti il premio Cento4.0 per Eli Wms

Come gestire le merci dall’arrivo dei container fino al cliente con una sola connessione Internet
I rappresentanti della Saccheria Franceschetti con il presidente di Afil, Stefano Scaglia - © www.giornaledibrescia.it
I rappresentanti della Saccheria Franceschetti con il presidente di Afil, Stefano Scaglia - © www.giornaledibrescia.it
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Non smettono di piovere premi e lodi sulla Saccheria F.lli Franceschetti spa di Provaglio d'Iseo, azienda di 54 dipendenti specializzata nella produzione di imballaggi flessibili. Il suo sistema di warehouse management per la gestione dei flussi in magazzino Eli Wms, realizzato appoggiandosi alla piattaforma Google App Engine, ha infatti vinto la prima edizione del contest Cento4.0 ideato dall'Afil (Associazione fabbrica intelligente lombardia), il cluster tecnologico regionale per il manifatturiero avanzato.

Al termine dell'assemblea dell'organizzazione guidata da Stefano Scaglia e diretta da Alessandro Marini, che si è svolta all'interno dello stabilimento di Dalmine della Abb, l'azienda bresciana ha infatti ricevuto il riconoscimento per il miglior progetto di Industria 4.0 realizzato e attivato concretamente.

Eli Wms ha quindi permesso alla Saccheria F.lli Franceschetti (l'amministratore delegato è Luigi Wilmo Franceschetti) di battere la concorrenza di altre quattro imprese (Atv del lecchese, le bergamasche Automac e Scame Parre, Rold della provincia di Milano) e di aggiungere un'altra coccarda per la capacità d'innovazione, dopo essere stata inserita nella pagina internazionale delle Case History del colosso di Mountain View.

Se ciò non bastasse Eli Wms è uscito dai confini dello stabilimento bresciano per diventare una vera e propria forma di business alternativo: la grande attenzione dimostrata da altri attori economici ha infatti spinto la Saccheria Franceschetti a commercializzare il software, con ottimi risultati in termini di fatturato.

E la vittoria in terra bergamasca è resa ancora più dolce dal giudice che l'ha assegnata, l'Afil. Il cluster lombardo, uno dei 9 riconosciuti dalla Regione per altrettanti settori strategici, fa infatti «della ricerca di ciò che sarà utile nel prossimo futuro», secondo le parole del direttore Marini, il proprio fine. In Afil sono in 145. Nata nel 2013, all'associazione fanno riferimento attualmente 145 realtà, tra le quali figurano 120 imprese, 14 associazioni industriali (compresa quella bresciana) e 9 università (anche la nostra Statale). «La nostra volontà è quella di creare un legame stabile tra gli attori del panorama produttivo e scientifico lombardo - spiega il presidente uscente Stefano Scaglia, giunto a fine mandato e che l'anno scorso ha assunto la carica di presidente di Confindustria Bergamo -, mettendo a fattore comune le idee e favorendo il trasferimento tecnologico».

Grandi realtà e piccoli attori possono quindi trovarsi insieme seduti attorno ad un tavolo, unendo così la capacità di sintesi dei colossi con la forte propensione alla specializzazione delle Pmi. Strumento privilegiato dell'approccio targato Afil sono i suoi Gruppi di lavoro, cuore pulsante dell'attività del cluster: de and remanufacturing, digitale and intelligent factory, additive manufacturing, materials and surface treatment, energy efficiency sono le cinque aree verso il quale volge lo sguardo l'associazione, con un occhio sempre rivolto a ciò che succede nel panorama europeo. Marini: in Europa.

Tra i diversi progetti che vedono coinvolta Afil ce ne sono infatti diversi dall'anelito internazionale, esempio concreto del network sviluppato negli anni con i principali Paesi dell'area Eu. «Non ci sarebbe Afil senza Europa - ha confermato Alessandro Marini -. Le aziende lombarde sono posizionate in maniera straordinaria sui mercati del continente e abbiamo le tecnologie, le competenze e la volontà di continuare ad incrementare questa nostra presenza. Non dimentichiamoci che siamo la secondo struttura manifatturiera d’Europa. È una posizione che va difesa».

 

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