GdB & Futura

«Siamo un punto di riferimento: le aziende fanno la fila»

Paola Bonazzoli, preside dell’istituto Pascal Mazzolari di Manerbio e Verolanuova, parla dell'innovazione della scuola
Paola Bonazzoli dirige un istituto che conta oltre 1.700 studenti - © www.giornaledibrescia.it
Paola Bonazzoli dirige un istituto che conta oltre 1.700 studenti - © www.giornaledibrescia.it
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Se c’è un fattore nella vita degli uomini che può definirsi dinamico, quello è il pensiero. Si sviluppa e si modella principalmente negli anni di scuola, prendendo forma e acquisendo strumenti utili per gli anni a venire. È perciò dalle aule che la capacità di sapersi rinnovare deve prendere il via, «con uno sguardo al futuro e rivolto verso l’alto, perché guardando per terra si rischia semplicemente di inciampare» afferma Paola Bonazzoli, dirigente scolastica dell’istituto Pascal Mazzolari, che tra Manerbio e Verolanuova conta più di 1.700 studenti, frequentanti i licei nonché i quattro indirizzi del Tecnico.

La scuola della Bassa è stata protagonista dell’ultima tappa del tour Da Vinci 4.0, iniziativa organizzata dal nostro quotidiano insieme a Talent Garden e TheFabLab, che ha visitato cinque Itis della nostra provincia (Castelli, Marzoli, Levi e Cerebotani) e con il fisico e imprenditore Massimo Temporelli. Al centro delle mattinate formative, gli studenti (i migliori 50 si sfideranno a colpi di creatività nell’hackathon del prossimo 7 maggio) hanno avuto un assaggio del loro lavoro 4.0 del futuro.

Parlando di futuro in relazione agli istituti tecnici, come lo immagina preside?
«Abbiamo un’idea ben chiara e stiamo lavorando duramente per renderla concreta. Presto infatti dovrebbero nascere qui al Pascal-Mazzolari sia un Ifts (Istruzione Formazione Tecnica Superiore) sia un Its (Istituto Tecnico Superiore): due soluzioni che puntano alla specializzazione post-diploma».

Per il territorio bresciano è una notizia importante, dato che esiste un solo Its in provincia al momento.
«Le aziende della Bassa sono molto attive e in forte espansione, sempre alla ricerca di giovani preparati da inserire nel loro organico. Creare questi due istituti è quindi una necessità, sia per il tessuto produttivo sia per i ragazzi».

A che punto è l’iter?
«Ci siamo già mossi per attivare l’Its (corso post diploma della durata di due anni ndr) già dal prossimo anno, contattando la Provincia affinché ci venga concesso di aprirlo in una nuova ala del nostro plesso scolastico. L’idea infatti è creare un polo formativo e tecnologico che ricalchi il modello dei Fab Lab, capace per osmosi di generare e attrarre innovazione. Un punto di incontro dunque che metta in contatto studenti, professori e imprese, nel quale offrire servizi personalizzati di fabbricazione digitale».

Un progetto ambizioso.
«Assolutamente sì, ma saper guardare avanti significa anche osare, rischiare. In questo percorso non siamo soli, ma con noi stanno collaborando e interagendo numerose fondazioni e aziende del territorio».

E per quanto riguarda l’Ifts (anch’esso corso post diploma della durata però di due semestri)?
«A maggio si svolgerà il bando di Regione Lombardia che assegnerà i fondi agli istituti, aspettiamo quella data per sapere se anche questo progetto potrà concretizzarsi. Siamo comunque fiduciosi anche perché l’Ifts è necessario quanto l’Its, in quanto riuscirebbe ad intercettare una platea di studenti più ampia, per esempio coloro che escono da un percorso di formazione professionale».

Se tutto dovesse andare per il meglio, diventereste un autentico punto di riferimento per il territorio, come pochi ce ne sono in provincia.
«Senza voler peccare di arroganza, posso dire che una funzione di questa natura già la svolgiamo. I contatti con le imprese infatti sono costanti e non si limitano alle classiche partnership, per le quali c’è una vera e propria fila ogni giorno fuori dalla mia porta. Un’importante realtà industriale del territorio, ad esempio, ci ha infatti proposto qualcosa di molto diverso e di innovativo, se si considera che siamo una scuola superiore e non un’università».

Di cosa si tratta?
«Un team di nostri studenti è stato incaricato di fare prototipazione, cioè di creare e sviluppare all’interno dei laboratori dell’istituto un oggetto, in questo caso uno stampo, che verrà poi utilizzato concretamente nella fabbrica. L’azienda in questione non ha il personale interno per rispondere a tale necessità, quindi si è rivolta a noi. Questo ci rende estremamente orgogliosi, perché dimostra che stiamo facendo un buon lavoro. Inoltre, questo progetto farà il bene dei ragazzi, che stanno avendo la possibilità di stare a diretto contatto con il mondo del lavoro. Un’opportunità certo non da poco, se si considera che non sono ancora diplomati. In qualche modo l’istituto tecnico assume il ruolo che hanno le università. Non è eccessivo dire che questa è ricerca a tutti gli effetti. Si tratta di un’impostazione nuova per le scuole italiane, ma inevitabilmente il futuro passa anche da qui. I giovani infatti non aspettano altro se non essere stimolati. Il nostro compito è fornir loro il maggior numero di occasioni di qualità, perché il talento e la fantasia di certo non mancano loro, specialmente all’interno delle aule del Pascal Mazzolari».

Dalle sue parole si capisce che crede fortemente nell’innovazione.
«Non solo ci credo, ma penso anche che sia l’unica strada percorribile. Sapere da dove si viene e conoscere le proprie radici, sia culturali sia tecniche, è certo fondamentale, ma il vero cambio di passo può esserci se ci si apre al futuro. Il nostro piano dell’offerta formativa 2019-2021 si chiama proprio "Uno sguardo al futuro" perché è proprio lì che vogliamo andare, come protagonisti e non nel ruolo di semplici spettatori».

 

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